Per la seconda volta in pochi giorni, il collettivo di cittadini 'Un grido in favore dei correntisti bancari' ha organizzato un sit-in nella centralissima via Maarad, nei pressi dell'ingresso per il parlamento, per impedire a deputati di raggiungere la sede dell'emiciclo. Oggi è prevista, presso le commissioni Finanza e Giustizia del parlamento, la discussione del controverso disegno di legge sul controllo dei capitali. Il Libano è afflitto dalla peggiore crisi finanziaria degli ultimi decenni e il governo ha dichiarato fallimento nella primavera di due anni fa. Al passaggio di alcuni convogli di auto con a bordo deputati, i manifestati hanno tentato di bloccare la circolazione e hanno circondato le vetture, gridando: "Ladri! Ladri!". Alcuni manifestanti hanno preso a calci le auto, mentre militari dell'esercito sono intervenuti con la forza allontanando i manifestanti dall'accesso per il parlamento.
Nelle commissioni parlamentari è in corso la lettura del disegno di legge sul controllo dei capitali, che mira a legalizzare una misura presa di fatto dalle banche libanesi nel novembre del 2019, in corrispondenza col palesarsi della crisi finanziaria. Le banche hanno da più di due anni congelato i depositi bancari dei correntisti, consentendo un prelievo col contagocce e solo in lire libanesi. L'Onu stima che più dell'80% della popolazione residente vive oggi sotto la soglia di povertà. La lira locale ha perso più del 90% del suo valore rispetto al dollaro statunitense, valuta largamente usata in Libano sin dalla fine della guerra civile (1975-90) a fianco della lira locale. L'approvazione della legge per il controllo dei capitali è una delle condizioni poste dal Fondo monetario internazionale per erogare gli attesi fondi destinati a risanare l'economia. Questi saranno però gestiti dalla classe politica al potere, che si appresta, con le elezioni del prossimo 15 maggio, a trovare nuova legittimità istituzionale. (ANSAmed).