Il nuovo esecutivo avrà il compito di traghettare il paese afflitto dalla peggiore crisi economica della sua storia verso le elezioni presidenziali di ottobre prossimo e verso l'atteso accordo con il Fondo monetario internazionale.
Al termine di un giorno e mezzo di incontri serrati con la maggior parte dei rappresentanti dei gruppi parlamentari, il premier uscente e incaricato Miqati ha raccolto i suggerimenti e le indicazioni delle diverse parti rappresentate in parlamento.
Alcune sigle politiche tradizionali - come le Forze libanesi di Samir Geagea, le Falangi di Sami Gemayel e il Partito socialista progressista di Walid Jumblat - hanno deciso di boicottare le consultazioni.
Tra i deputati che hanno deciso di non partecipare alla fase di consultazione ci sono i 13 detti "del cambiamento", eletti per la prima volta alle passate elezioni del 15 maggio. Il premier incaricato non è costretto a formare il nuovo governo entro limiti di tempo prescritti dalla costituzione. E secondo un calcolo offerto dal quotidiano libanese L'Orient-Le Jour, dal 2005 a oggi, in media ci sono voluti circa 4 mesi (111 giorni) perché il premier assuma l'incarico e dia vita al nuovo esecutivo. Il mandato dell'attuale presidente della Repubblica Michel Aoun scade a ottobre. Secondo la costituzione, entro la fine di agosto, tra due mesi, dovranno tenersi le elezioni presidenziali. In caso di slittamento di questo appuntamento e di mancata elezione del capo di Stato, dopo la scadenza del mandato in autunno sarà proprio il Consiglio dei ministri ad assumere le prerogative del presidente della Repubblica.
(ANSAmed).