BEIRUT - Per la terza volta in pochi giorni, la quinta in meno di un anno, in Libano due filiali di banca sono state prese d'assalto stamani da due diversi titolari di conto corrente in dollari statunitensi, congelati da tre anni, con una decisione arbitraria, non approvata dal Parlamento e che riguarda quasi tutti i correntisti in Libano, da parte del cartello delle banche libanesi sullo sfondo del default finanziario del Paese. Fonti di stampa riferiscono che i due incidenti si sono svolti rispettivamente a Ghaziye, nel sud del Libano, e a Beirut, nel popolare quartiere di Tariq Jdide. Le modalità di azione da parte dei correntisti, rimasti di fatto senza i loro risparmi in valuta pesante dal novembre 2019, sono simili a quelle adottate mercoledì scorso da altri due titolari di conto a Beirut e ad Aley, a nord-est della capitale: il correntista ricorre alla minaccia di un'arma da fuoco e di una tanica piena di benzina e pretende di ottenere dai funzionari della banca parte dei suoi risparmi in dollari. La lira locale ha perso più del 95% del suo valore in tre anni e secondo l'Onu l'80% della popolazione residente in Libano vive ormai in povertà. I titolari di conti correnti non possono da tre anni disporre liberamente dei loro risparmi in dollari. Ad agosto si era svolta a Beirut l'azione più clamorosa, con un correntista che aveva preso in ostaggio per diverse ore i dipendenti e alcuni clienti di una filiale nel centro della capitale. Ma la prima azione del genere risale a gennaio scorso, quando un uomo armato ha preso di mira la sua banca nella valle orientale della Bekaa. L'Associazione delle banche ha annunciato nelle ultime ore nuove misure di sicurezza per prevenire questi assalti e il sindacato dei dipendenti di banca ha denunciato i rischi corsi dai lavoratori nel settore bancario.