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Raffica di assalti alle banche nel Libano fallito

Protesta correntisti, da 3 anni non hanno accesso ai risparmi

16 settembre, 17:23

(di Lorenzo Trombetta)

BEIRUT - Nel Libano in default finanziario e travolto da una tensione sociale senza precedenti, si è registrata oggi una serie di assalti armati alle banche da parte di titolari di conti corrente in dollari statunitensi, gente comune che da tre anni si è vista 'congelati' i fondi su decisione del cartello delle banche, fallite formalmente tre anni fa nell'ambito della peggiore crisi economica della storia del paese mediterraneo.
Le banche oggi prese di mira sono sei, a Beirut e in altre zone del Paese. A questi incidenti si aggiungono due l'altro ieri, una ad agosto e un'altra a gennaio. Le modalità di azione da parte dei correntisti, rimasti di fatto senza i loro risparmi in valuta pesante, sono simili a quelle adottate in precedenza: il correntista ricorre alla minaccia di un'arma da fuoco e di una tanica piena di benzina e pretende di ottenere dai funzionari della banca parte dei suoi risparmi in dollari.
Dall'autunno del 2019 gli istituti di credito libanesi, d'accordo con la Banca centrale, avevano deciso di congelare di fatto i conti correnti e i depositi di quasi tutti i risparmiatori libanesi e stranieri. E questo senza che il Parlamento avesse approvato una legge sul controllo dei capitali. Il governo aveva formalizzato di essere in default nel marzo del 2020. La lira libanese nel corso di questi anni ha perso più del 95% del suo valore rispetto al dollaro statunitense. E in queste ore concitate ha perso ulteriore passo rispetto al biglietto verde in un Paese dove, secondo l'Onu, più dell'80% della popolazione residente vive ormai in povertà.
L'Associazione delle Banche del Libano ha intanto informato che tutte le filiali delle banche libanesi chiudono le loro porte fino a mercoledì prossimo. Alcune banche hanno addirittura detto che la chiusura è "sine die", in attesa di rassicurazioni sulla protezione del proprio personale. Su questo, il ministro degli Interni uscente, Bassam Mawlawi, ha convocato d'urgenza una riunione del Consiglio di sicurezza interna, organo di coordinamento poliziesco e militare governativo.
E nelle ore in cui in varie zone del Paese avvenivano gli assalti a mano armata - o con armi giocattolo in alcuni casi - delle filiali di banca, il Parlamento si riuniva per discutere dell'approvazione della tanto attesa legge di bilancio, uno dei passaggi legislativi necessari per ottenere dal Fondo monetario internazionale gli aiuti richiesti per uscire dal default.
La discussione nell'emiciclo di Place de l'Etoile si è però trasformata in bagarre tra deputati e non è stato possibile proseguire il dibattito in aula su un tema tanto delicato quanto urgente da affrontare.
E in strada nel pomeriggio, centinaia di persone sono scese in strada nei quartieri popolari della capitale, interrompendo la circolazione con copertoni dati alle fiamme e cassonetti delle immondizie rovesciati a Tariq Jdide, Qasqas, Mazraa, Bishar al Khuri, per esprimere "solidarietà" con gli assalitori delle banche e invocare una "sollevazione civile".

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