(ANSA) - TUNISI, 24 SET - "Rifugiati e migranti in Libia
sono intrappolati in un ciclo di gravi violazioni e abusi dei
diritti umani, tra cui detenzioni arbitrarie prolungate e altre
privazioni illegali della libertà, tortura e altri
maltrattamenti, uccisioni illegali, stupri e altre violenze
sessuali, lavoro forzato e sfruttamento da parte di attori
statali e non statali in un clima di impunità quasi totale". E'
quanto emerge dal nuovo rapporto di Amnesty International
intitolato 'Tra la vita e la morte' e pubblicato all'indomani
dell'annuncio, da parte della Commissione europea, del nuovo
''Patto sull'immigrazione'. "Queste non sono tutte nuove
rivelazioni - scrive ancora Amnesty International -. Per anni
rifugiati e migranti, difensori e attivisti dei diritti umani
libici, giornalisti, organismi delle Nazioni Unite e
organizzazioni umanitarie e per i diritti umani hanno lanciato
l'allarme sulle orribili condizioni che rifugiati e migranti
sono costretti a sopportare in Libia". La precedente ricerca di
Amnesty International ha costantemente mostrato la sconvolgente
gamma di violazioni dei diritti umani e abusi commessi contro
rifugiati e migranti in Libia negli ultimi dieci anni. Questo
rapporto descrive anche modelli di abuso emersi più di recente,
incluso il trasferimento di persone sbarcate in Libia in luoghi
di detenzione non ufficiali e la loro successiva sparizione
forzata, nonché la deportazione sommaria di migliaia di
rifugiati e migranti dalla regione orientale della Libia. "Un
paese ridotto a pezzi da anni di guerra è diventato un ambiente
ancora più ostile per rifugiati e migranti in cerca di una vita
migliore. Invece di essere protetti, vanno incontro ad una lunga
serie di agghiaccianti violenze e ora sono persino ingiustamente
accusati, per motivi profondamente razzisti e xenofobici, di
aver diffuso la pandemia da Covid-19", ha dichiarato Diana
Eltahawy, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio
Oriente e l'Africa del Nord. ''Nonostante tutto questo, anche
quest'anno l'Unione europea e i suoi Stati membri stanno
portando avanti politiche che intrappolano decine di migliaia di
uomini, donne e bambini in un circolo vizioso di crudeltà,
dimostrando un cinico disprezzo per la loro vita e la loro
dignità'', ha aggiunto Eltahawy. Il rapporto di 58 pagine
analizza con precisione tutta la questione libica e si conclude
con una serie di raccomandazioni per le autorità libiche, i
gruppi che di fatto controllano il territorio, per il Governo di
accordo nazionale, per l'Unione europea e i suoi stati membri.
In particolare scrive Amnesty "per interrompere il ciclo di
abusi, l'Ue e i suoi Stati membri devono riconsiderare la loro
cooperazione con la Libia sulla migrazione, andando oltre
sostegno condizionato ad un'azione immediata per fermare gli
orribili abusi contro rifugiati e migranti. (ANSAmed).