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Gheddafi e storia italiana in un documentario a lui dedicato

'C'era una volta Gheddafi' in prima serata il 19/11 su Rai Tre

16 novembre, 18:05

(di Valentina Maresca) (ANSAmed) - ROMA, 16 NOV - A dieci anni dalla sua uccisione, Muammar Gheddafi torna sugli schermi degli italiani con un documentario in prima serata su Rai Tre venerdì 19 novembre. In circa 90 minuti si ripercorrono ascesa e caduta di una delle figure più controverse del Novecento, dal rapporto sfaccettato con l'Italia e i suoi governi in ragione del nostro passato coloniale in Libia.

'C'era una volta Gheddafi', frutto di una collaborazione tra GA&A Productions e Rai Documentari, svela anche inediti retroscena nei rapporti fra Tripoli e Roma, che decise di salvare la vita al leader libico per due volte negli anni Settanta e Ottanta, sabotando i tentativi di eliminazione da parte delle potenze occidentali. "Il documentario nasce per fare il punto a dieci anni dalla caduta del regime di Gheddafi, con attenzione particolare alla relazione tra Italia e Libia", ha spiegato ad ANSAmed Emiliano Sacchetti, autore e regista del lavoro con Luca Lancise.

"È diviso in due parti: la prima è di taglio più storico, che racconta la parabola di Gheddafi dal 1969 al 2011, e la seconda racconta i dieci anni che ci separano dalla Primavera araba e dalla caduta del regime. Abbiamo raccolto testimonianze esclusive di Roberto Jucci, ex agente dei servizi segreti che nel 1971 sventò un colpo di Stato contro Gheddafi, dell'ambasciatore Antonio Badini, che dopo aver lavorato con Aldo Moro diventa il consigliere diplomatico di Bettino Craxi e salva Gheddafi una seconda volta nel 1986 quando Reagan decide di bombardare Tripoli, e di Abdelraman Shalgam, per dieci anni ambasciatore libico in Italia e poi ambasciatore del Paese presso l'Onu. Il caos degli ultimi anni è raccontato nella seconda parte e vede la testimonianza di Ghassan Salamé, inviato dell'Onu in Libia. Il documentario si avvale anche dei punti di vista di analisti e giornalisti che si affiancano alle figure istituzionali citate, tra le quali c'è anche Francesco Paolo Trupiano, ex ambasciatore a Tripoli", ha aggiunto.

"Abbiamo raccontato Gheddafi partendo dai fatti e concentrandoci, nella prima parte che ho curato, sui suoi due salvataggi da parte dei governi italiani, a riprova della relazione speciale tra i due Paesi", ha specificato Lancise.

"Per me, che lo ricordo da bambino con tutti i leader del Novecento, è stato come andare dietro a quelle immagini televisive, scoprendo chi ha messo in pratica determinate decisioni governative", ha commentato.

Soddisfazione per il lavoro e dita incrociate per la risposta del pubblico anche da parte di Rai Documentari, rappresentata ieri sera - in occasione dell'anteprima alla Casa del Cinema di Roma - da Monica Bartoli, che si è occupata della supervisione editoriale di 'C'era una volta Gheddafi': "Abbiamo pensato un anno fa, insieme alla produttrice Gioia Avvantaggiato, che il decimo anniversario della morte di Gheddafi fosse un'opportunità perfetta da cogliere per raccontare la Libia vista dall'Italia", ha affermato. "In questi anni sono stati prodotti tanti documentari ma non da noi italiani, quindi abbiamo fortemente voluto un lavoro che trattasse il nostro rapporto particolare con la Libia, tra luci e ombre, fino a oggi. Come Rai Documentari abbiamo sentito questa necessità, perché se noi italiani non ci raccontiamo lo fanno gli altri con una narrazione diversa, che non può essere la nostra".

E di "un confronto continuo" con Rai Documentari, nata da un anno e mezzo, unito a "grande sostegno" della sua squadra e del suo direttore, Duilio Gianmaria, ha parlato Avvantaggiato, a capo di GA&A Productions, società specializzata in documentari di geopolitica in coproduzione con le principali emittenti pubbliche europee per il "bollo di qualità guadagnato grazie alla serietà dell'indagine giornalistica, alla cura dell'immagine e alla costruzione del racconto", ha puntualizzato la produttrice. "Siamo tutti molto felici del risultato e speriamo nella prima serata su Rai Tre. Vogliamo credere alla maturità del pubblico italiano, al fatto che la Libia per tutti noi sia un pezzo di storia", ha concluso.(ANSAmed).

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