Si tratta di 132 uomini, 10 donne e 8 bambini che chiedono l'evacuazione e il reinsediamento e che finora hanno rifiutato tutte le soluzioni offerte loro. "Dall'inizio delle proteste - prima davanti all'ufficio dell'Unhcr a Zarzis e ora davanti al suo ufficio a Tunisi - l'Agenzia ha continuato i suoi sforzi per impegnarsi con i manifestanti al fine di trovare soluzioni pacifiche e offrire supporto pratico", scrive Unhcr in una nota.
"Sebbene comprendiamo le sfide che molti manifestanti devono affrontare, ci rammarichiamo del fatto che tutte le nostre offerte siano state finora respinte. Sfortunatamente, le opzioni di reinsediamento rimangono estremamente limitate dato il numero di slot assegnati dai paesi di reinsediamento e sono disponibili solo per i rifugiati più vulnerabili".
"L'Unhcr resta pronto a continuare il dialogo con questo gruppo per garantire una soluzione pacifica e per offrire il proprio sostegno, sulla base dei pertinenti criteri di protezione e vulnerabilità e delle esigenze di protezione internazionale". L'Unhcr coglie l'occasione per chiarire che "il meccanismo di evacuazione umanitaria è eccezionalmente in atto in Libia solo a causa del deterioramento della situazione della sicurezza nel paese. Il programma di evacuazione umanitaria è una misura di ultima istanza che di solito avviene in situazioni estreme in cui rifugiati e asilo i richiedenti affrontano gravi violazioni dei loro diritti umani e dove la fornitura di assistenza e protezione è resa impossibile".
"Questo non è il caso della Tunisia, che è parte della Convenzione sui rifugiati del 1951, e dove i diritti fondamentali dei rifugiati sono rispettati, hanno accesso ai servizi essenziali e dove generalmente non rischiano la detenzione arbitraria, il trattamento disumano o il ritorno forzato". "Una carenza di fondi ci ha obbligato a ridurre alcuni programmi, incluso il nostro programma di assistenza in denaro, rivolto ai più vulnerabili all'interno della popolazione rifugiata... l'Unhcr non intende comunque chiudere i suoi centri in Tunisia", si legge.
L'agenzia Onu "esorta alla moderazione e a una soluzione pacifica di questa difficile situazione ed è pronta a collaborare con le autorità, i partner, i rifugiati e tutte le parti interessate per trovare soluzioni alternative e adeguate per soddisfare le richieste dei manifestanti e prevenire violenze o danni contro chiunque, compreso il personale, i manifestanti o altri membri del pubblico in generale", conclude la nota. (ANSAmed).