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Sguardo inedito sul Marocco in una mostra a Lugano

Viaggio fotografico ai tempi della pandemia fino al 6 settembre

11 agosto, 14:44

RABAT - Viaggiare attraverso le immagini non è soltanto l'alternativa alle frontiere chiuse per il coronavirus. La mostra 'Marocco. Roberto Polillo. Fotografie 2005-2018' in corso al Museo delle culture di Lugano (fino al 6 settembre) è l'occasione per ripensare l'orientalismo, per andare dritti al punto essenziale dell'esotismo e anche per riconsiderare la fotografia.
Le 39 opere in esposizione al piano terra di Villa Malpensata sono solo una parte della ricerca per immagini che Polillo ha dedicato al Paese del tramonto, il Marocco, per il quale l'Oriente siamo noi, l'Europa.
Le fotografie raccontano il percorso visivo che un turista a caccia di mete potrebbe trovare sul catalogo di un'agenzia viaggi. Gli scatti impressionisti, realizzati con una speciale tecnica di mosso, stravolgono lo sguardo. Tutto è riconoscibile: l'immensa piazza Jama El Fnaa di Marrakech, le dune di Merzouga, la fortezza Oudaia di Rabat, i muri blu di Chefchauen e quelli bianchi di Asilah. Eppure tutto è trasfigurato. C'è una visione esotica di fondo, che - come scrive Francesco Paolo Campione nell'introduzione al catalogo - "costituisce la tendenza generica e universale dell'animo che porta gli uomini a desiderare ciò che è straniero e sconosciuto, immaginando l'esistenza di luoghi lontani in cui regna una maggiore sapienza, in cui la vita è più intensa e voluttuosa, e in cui una natura prodiga o migliori conoscenze alleviano i dolori dell'esistenza".
La realtà è sfiorata, il pretesto per un racconto del Marocco che continua sulle pagine del catalogo illustrato da 94 opere, la ricostruzione scientifica e artistica del progetto che il museo svizzero è pronto a far girare prossimamente nella rete dei Musec del mondo.
Intanto, per volere dell'artista, cinque degli scatti marocchini di Polillo andranno ad arricchire la collezione del Consolato del Marocco a Milano. 

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