Gli egiziani sono a Casablanca da ieri e arrivano con fiducia alla finale anche grazie al recupero di Ali Lotfy e Walter Bwalya e puntano a vincere il titolo per il secondo anno di fila, impresa già riuscita all'Al Ahly due volte nel 2005 e 2006 e nel 2012 e 2013. Contro i sudafricani c'è un solo precedente continentale nel 2002 nella Supercoppa Africana, che gli egiziani vinsero 4-1 al Cairo.
L'Al Ahly è arrivata in finale vincendo 8 partite della Champions, con tre pareggi e una sola sconfitta, segnando 23 gol di cui cinque del bomber Mohamed Sherif, e subendone solo sei.
Ad allenare la squadra egiziana c'è un sudafricano, Pitso Mosimane, che da ragazzino era tifoso del Kaiwer Chief ma ora è ovviamente determinato a bissare la Champions già vinta con gli egiziani lo scorso anno: in campo le stelle egiziane sono il portiere El Shenawy, considerato un Donnarumma africano, i centrocampisti Aliou Dieng e Mohamed 'Afsha' Magdy e la punta Sherif.
"La squadra di Soweto - ha detto Mosimane in interviste tv in avvicinamento alla finale - è difficile da analizzare, ha un gioco che spesso cambia, ha segnato tanto ma anche concesso molto in difesa in questa Champions League. Certo per me è un po' un conflitto affrontare i Chief da sudafricano ma in questo momento viene prima l'Al Ahly, la mia squadra, i miei giocatori, e vogliamo arrivare alla decima coppa nella storia".
(ANSAmed).