Secondo la radio Cadena Ser, che ha anticipato la notizia, l'ordine di riconsegnare i giovani migranti a Rabat è partita dal ministro dell'Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, lo scorso 10 agosto. Il Ministero dell'Interno ha affermato all'ANSA che "non conferma né smentisce" quest'informazione. I media iberici sostengono che Madrid e Rabat hanno lavorato per giorni su un accordo di riconsegna dei giovanissimi migranti giunti a Ceuta a maggio senza accompagnatori adulti.
L'emergenza migratoria di tre mesi fa si aprì nelle prime ore del 17 maggio scorso, quando decine di migranti iniziarono a superare il confine tra Spagna e Marocco irregolarmente senza che le guardie di frontiera marocchine intervenissero per fermarli, in contemporanea con notizie di forti tensioni diplomatiche tra i due Paesi sul nodo del Sahara Occidentale (ex colonia spagnola rivendicata da Rabat). In poco più di 48 ore arrivarono circa 10.000 persone, tra cui numerose donne e bambini. Nei giorni successivi, vennero respinti o tornarono in Marocco spontaneamente circa 8.000 persone, mentre centinaia di minori rimasero a Ceuta. Alcuni vennero accolti in altre regioni della Spagna, mentre almeno 700, secondo i calcoli de El País, sono rimasti nell'enclave. Le autorità spagnole sostengono che l'accordo con Rabat prevede che il Marocco si faccia carico dei minori nel rispetto dei loro diritti, o consegnandoli ai genitori o attraverso i propri servizi sociali rivolti all'infanzia.
Save the Children e altre ong protestano per quanto sta avvenendo, sostenendo che "qualsiasi espulsione collettiva è illegale", in particolare se gli allontanamenti sono effettuati "contro la volontà dei minori".(ANSAmed).