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Marocco: imprenditori italiani turismo, 'riaprire ai viaggi'

Lettera all'ambasciatore: "Qui situazione Covid ben gestita"

29 ottobre, 14:46

(ANSAmed) - RABAT, 29 OTT - Una lettera per sollecitare il governo italiano a riconsiderare la situazione sanitaria del Marocco e rendere più facili gli spostamenti dei viaggiatori.

Una cinquantina di imprenditori ha inviato la missiva all'ambasciatore d'Italia a Rabat, Armando Barucco. I firmatari operano nei più svariati campi del turismo, dalla ristorazione all'alberghiero, dalle agenzie viaggi all'immobiliare, vivono in Marocco e seguono con apprensione l'andamento dei contagi.

"Il Marocco, sin dall'inizio della pandemia figura nella lista 'E', - scrivono - cioè tra i paesi considerati a rischio e di rientro dai quali è previsto, tra l'altro, un isolamento volontario di 10 giorni. Vi rimane anche oggi con una media di circa 400 nuovi casi d'infezione al giorno, mentre per esempio il Regno Unito con una media di 45 mila casi circa di infezioni giornaliere risulta nella lista 'D'. Chi rientra in Italia da Londra, benché potenzialmente più pericoloso per la possibile trasmissione del virus, deve solo sottoporsi a un test PRC, oltre ad avere il pass vaccinale". Una scelta incomprensibile, sostengono, anche alla luce del fatto che il Marocco "ha fatto molti passi avanti e numerosi sforzi per mettere in sicurezza cittadini e stranieri residenti".

In Marocco il green pass è obbligatorio, lo stato di emergenza sanitaria sempre attivo e vige anche il coprifuoco a partire dalle 23. La riapertura al turismo è prudente, ogni 15 giorni viene aggiornata la lista dei paesi nel mondo dove crescono i contagi e dai quali non sono ammessi viaggiatori. I turisti pian piano tornano e in previsione del Natale anche gli imprenditori italiani vorrebbero scaldare i motori. La proroga dell'ordinanza italiana che regola anche il flusso dei viaggiatori, ha fatto perdere le speranze. La lettera degli italiani è accorata e l'ambasciatore promette di trasmetterla a Roma. Vi si legge, tra l'altro: "Noi italiani che lavoriamo in Marocco, prevalentemente in ambito turistico, subiamo un grave danno economico che si aggiunge alla già critica situazione in cui versiamo da ormai quasi due anni, sempre a causa del Covid".(ANSAmed).

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