Con le modifiche vengono cancellati gli articoli della legge, approvata un anno fa, nei quali si sostiene che tutti i beni della Chiesa ortodossa serba in Montenegro appartengono allo stato. Cosa questa che aveva provocato una dura reazione di Belgrado e della Chiesa ortodossa serba, con manifestazioni di protesta sia in Serbia che in Montenegro, dove quasi un terzo della popolazione è di etnia serba.
La Chiesa ortodossa serba è di gran lunga la più numerosa e popolare nel piccolo Paese balcanico, che nel 2006 con un referendum si rese indipendente staccandosi da una Unione con la Serbia. A favore delle modifiche hanno votato i 41 deputati della nuova maggioranza parlamentare, mentre i rappresentanti dell'opposizione non erano presenti in aula.
Ieri sostenitori dell'opposizione e del Partito democratico dei socialisti del presidente Milo Djukanovic avevano inscenato manifestazioni di protesta davanti al parlamento sostenendo che la nuova legge emendata privilegia e consente il monopolio di una sola comunità religiosa, quella ortodossa serba.
La legge sulla libertà di religione è stata tra le cause principali del sensibile peggioramento quest'anno dei rapporti tra Serbia e Montenegro, culminato con l'espulsione incrociata dei due ambasciatori nelle scorse settimane. Belgrado aveva poco dopo revocato tale misura, mentre Podgorica non l'ha ancora fatto.
In Montenegro le elezioni del 30 agosto scorso hanno segnato il successo delle forze di opposizione, ponendo fine al dominio quasi trentennale del Partito democratico dei socialisti del presidente Djukanovic. (ANSAmed).