"Lo dicono fattori inequivocabili - afferma - come l'avanzamento dei negoziati con Serbia e Montenegro; il summit sull'allargamento che c'è stato in Slovenia che ha dato il via libera a partire con le negoziazioni sui diversi capitoli del trattato per quanto riguarda Albania e Macedonia del Nord.
Parliamo di Paesi che hanno la prospettiva di diventare nel breve e medio periodo paesi membri dell'Ue" e che "hanno ottime conoscenze in ambito scientifico, con atenei di primissimo livello, ma che sono deficitari a livello di conoscenze sull'innovazione. Noi presentiamo tutti gli aspetti necessari per poter effettuare" i trasferimenti tecnologici: "dalla protezione della proprietà intellettuale, alla gestione dei dati, passando per aspetti finanziari, con strumenti appositi dedicati all'innovazione".
Il problema spesso è partire, spiega Caratti: "stiamo cercando di sviluppare insieme ai Paesi una sorta di primo stadio della ricerca, 'proof of concepts': parliamo del momento in cui si deve realizzare un prototipo e effettuare studi di mercato relativi alle potenzialità della ricerca. Una fase durante la quale non ci sono investimenti privati perché i rischi sono molto alti e quindi occorre intervenire a livello pubblico per potere superare la 'valley of death'".
In questo processo, conclude Caratti, "le organizzazione del Fvg e di Trieste sono in prima linea. Con l'Area Science park la Commissione europea ha stipulato un accordo che mira a facilitare il trasferimento di conoscenze dall'Europa ai Paesi dei Balcani. Ecco, noi consideriamo che le istituzioni del Fvg, in particolare Area, siano dei proxy che servono a implementare l'attuazione del trasferimento tecnologico dal punto di vista pratico". (ANSA).