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Lettera a Netanyahu, permetta cerimonie a S.Sepolcro

I tre responsabili cristiani, assicurare liturgie nella Basilica

31 marzo, 17:50

(ANSAmed) - TEL AVIV, 31 MAR - Israele assicuri "i diritti fondamentali e gli obblighi delle nostre comunità di celebrare nel S.Sepolcro cerimonie e liturgie cristiane, incluso il diritto ad un libero accesso alla Basilica per i capi di queste comunità". Lo chiedono i 3 capi delle Chiese cristiane del luogo al premier Benyamin Netanyahu dopo le recenti misure sul coronavirus. Gli stessi denunciano anche come "illogico" che altri luoghi operino normalmente, mentre "il più sacro sito dei cristiani resta chiuso non solo per i fedeli ma anche per i capi delle Chiese che vi vivono dentro".

Nella lettera inviata anche al presidente Reuven Rivlin e all'Avvocato generale del governo Avichai Mandelblit, il Custode di Terra Santa Francesco Patton, il Patriarca ortodosso Teofilo III e quello armeno Nourhan Manougian hanno sottolineato che mentre intendono "adempiere a tutte le direttive sanitarie ed igieniche che contemplano la chiusura delle celebrazioni al pubblico così come le regole di distanziamento sociale" al tempo stesso non possono accettare "in coscienza che le nostre comunità siano impedite dal celebrare all'interno della Basilica, ognuno in accordo con quanto previsto dal proprio calendario liturgico e dai rituali".

"Questo andrebbe - hanno denunciato - contro il diritto della libertà di espressione religiosa, la radice di ogni libertà, così come inteso dalla nostra coscienza di fedeli".

I tre religiosi hanno poi ricordato che tutte le questioni inerenti al Santo Sepolcro sono "regolate sulla base di un Accordo, riconosciuto localmente e internazionalmente tra le tre comunità, che garantisce rispetto per la natura unica di questo luogo e per la sua autonomia".

"Da parte nostra - hanno proseguito - garantiamo che fino a quando le restrizioni non saranno ridotte, le celebrazioni saranno chiuse al pubblico, limitando il numero a 10 sacerdoti che entreranno nella Basilica e che presenzieranno alle celebrazioni nei vari posti designati (gli officianti e i ministri essenziali al servizio e alla sua eventuale trasmissione al resto del mondo)". (ANSAmed).

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