ROMA - Negli attacchi condotti a Gaza dalla aviazione israeliana negli ultimi due giorni sono rimasti uccisi 43 palestinesi e quasi 300 sono rimasti feriti. Lo rende noto il ministero della sanità di Hamas. Secondo fonti locali in queste cifre sono inclusi 8 palestinesi rimasti uccisi stamane: un uomo che era in motocicletta a Khan Yunes (presumibilmente un miliziano), quattro passeggeri di una automobile colpita a Jabalya e tre persone che si trovavano in un edificio nel rione Sabra di Gaza. Sono invece 1.050 i razzi e colpi di mortaio lanciati dalla Striscia contro Israele, secondo quanto riferisce il portavoce militare spiegando che l'85% è stato intercettato mentre circa 200 sono esplosi all'interno della Striscia. In risposta l'esercito ha compiuto oltre 500 attacchi contro obiettivi terroristici di Hamas e Jihad nella Striscia.
Un uomo e una ragazza sono morti nella città israeliana di Lod mentre erano in un'auto colpita da un razzo sparato da Gaza, secondo la polizia israeliana. E nel corso di uno degli attacchi di razzi su Israele una donna è morta di infarto. Sono in totale 6 le persone decedute finora in Israele.
E nuovi disordini si sono verificati stamani nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme, nel corso delle preghiere del mattino, secondo quanto riferito dalla televisione pubblica israeliana: sette palestinesi sono stati arrestati dalla polizia dopo un fitta sassaiola contro gli agenti. Questi incidenti si sono verificati alla vigilia dell'Id el-Fitr, la festa che conclude il digiuno del Ramadan.
In Cisgiordania intanto l'esercito israeliano sta arrestando nelle ultime ore dirigenti locali di Hamas. Retate sono avvenute, secondo i media, a Jenin e a Tubas nel tentativo israeliano di impedire che le violenze palestinesi si estendano anche alla Cisgiordania. A Jenin e a Tubas le operazioni dell'esercito sono state accolte dall'opposizione della popolazione locale.
Il consiglio di sicurezza dell'Onu terrà un incontro urgente oggi sul conflitto in corso tra Israele e palestinesi, su richiesta di Tunisia, Norvegia e Cina. Si tratta del secondo incontro in tre giorni, stando a fonti diplomatiche della Afp.
Il primo, tenutosi lunedì, si è concluso senza un comunicato congiunto, secondo le stesse fonti perché gli Usa ritenevano che commenti pubblici sarebbero stati controproducenti.