GAZA - 'Bidna Naish'. In arabo: 'Vogliamo vivere'. Questo il nome di un messaggio di malessere e di protesta sociale che circola con insistenza sul web a Gaza, a causa di un continuo aumento dei prezzi e di tagli agli stipendi di alcune categorie di dipendenti pubblici. "Informate i nostri dirigenti che le case dei poveri sono diventate come tombe" ha denunciato sul web un abitante di Gaza che sostiene 'Bidna Naish'. "Non abbiamo luce, non abbiamo aria, non abbiamo cibo.
Non abbiamo da bere". Nelle ultime settimane, presi dallo sconforto, tre abitanti di Gaza hanno cercato di suicidarsi dandosi fuoco.
Iniziato nel 2019 a Jabalya come movimento popolare di protesta, 'Bidna Naysh' è stato subito disperso e represso dalle forze di sicurezza. Alcuni dirigenti sono nel frattempo espatriati e continuano a diffondere dell'estero messaggi di protesta che hanno eco a Gaza. Accusano in particolare Hamas di limitarsi a raccogliere tasse e di non investire il ricavato a Gaza.
Nei giorni scorsi, sul web, lo scrittore Yusri al-Ghol ha avvertito che la situazione rischia di uscire di controllo. Di diverso parere il dirigente della Jihad Islamica Nafez Azzam: pur ammettendo che a Gaza esiste un problema di caro-prezzi lo stesso vale, a suo parere, anche in Cisgiordania. Secondo Azzam è dunque ingiusto addossare a Hamas tutta la responsabilità delle difficoltà economiche visto che - ha notato - l'aumento dei prezzi è dovuto in parte a cause esterne, legate anche alla forte dipendenza da Israele dell'economia della Striscia.