(ANSAmed) - BRUXELLES, 21 LUG - In una manciata di ore
arrivano i primi "no" e tanti dubbi sul piano per la riduzione
della domanda di gas lanciato dalla Commissione Ue. Dopo Spagna
e Portogallo anche il governo greco ha espresso, in via di
principio, la sua contrarietà al pacchetto che prevede, tra
l'altro, la riduzione obbligatoria del 15% dei consumi in caso
di allerta energetica. Ma i dubbi sulla proposta di regolamento
della Commissione si estendono anche ad altri Paesi, come Olanda
e Irlanda.
Oltre alla previsione del target del 15% obbligatorio per tutti (vista da alcuni come una proposta troppo filo-tedesca) nel mirino c'è anche il meccanismo che permette alla Commissione di 'chiamare' lo stato di allerta e che diverse capitali vorrebbero invece fosse a capo del Consiglio Ue. Nel testo, inoltre, sono previste alcune eccezioni al target del 15% per Spagna e Portogallo, motivate dal fatto che i due Paesi non sono connessi a livello energetico al resto dell'Ue: la richiesta che potrebbe essere fatta nei prossimi giorni è che simili deroghe siano apposte anche per altri Stati.
Il piano sarà sul tavolo di due riunioni degli ambasciatori dei 27 (Coreper), previste venerdì e lunedì, prima del Consiglio Affari Energia di martedì. Per la sua approvazione occorre la maggioranza qualificata, ovvero il sì del 55% dei Paesi membri dell'Ue e del 65% della popolazione europea rappresentata in Consiglio.(ANSAmed).
Oltre alla previsione del target del 15% obbligatorio per tutti (vista da alcuni come una proposta troppo filo-tedesca) nel mirino c'è anche il meccanismo che permette alla Commissione di 'chiamare' lo stato di allerta e che diverse capitali vorrebbero invece fosse a capo del Consiglio Ue. Nel testo, inoltre, sono previste alcune eccezioni al target del 15% per Spagna e Portogallo, motivate dal fatto che i due Paesi non sono connessi a livello energetico al resto dell'Ue: la richiesta che potrebbe essere fatta nei prossimi giorni è che simili deroghe siano apposte anche per altri Stati.
Il piano sarà sul tavolo di due riunioni degli ambasciatori dei 27 (Coreper), previste venerdì e lunedì, prima del Consiglio Affari Energia di martedì. Per la sua approvazione occorre la maggioranza qualificata, ovvero il sì del 55% dei Paesi membri dell'Ue e del 65% della popolazione europea rappresentata in Consiglio.(ANSAmed).