Lo scorso fine settimana, una donna di nazionalità indiana, giunta da poco in Portogallo e alla sua 30ª settimana di gravidanza, si era recata presso uno dei grandi ospedali di Lisbona con alcune complicazioni di tipo respiratorio. Aveva trovato tutto esaurito e la stavano trasportando in un altro ospedale della capitale quando le sue condizioni si sono aggravate. Ha fatto appena in tempo a dare alla luce il figlio, prematuro, ora in terapia intensiva, prima di morire.
Tutta questa estate portoghese è stata puntellata di notizie di donne che, dopo aver trovato le emergenze di ostetricia chiuse per mancanza di personale, dovevano percorrere anche 100 km per poter essere accolte in una struttura ospedaliera. Particolarmente drammatici i casi del 9 giugno e del 28 luglio scorsi, nelle città di Caldas da Rainha e di Santarém, dove le madri avevano perso il figlio proprio a causa di questi ritardi.
Il Ministero della salute aveva provato a varare delle riforme per ottimizzare i servizi, aumentando anche il compenso per le ore straordinarie a medici e infermieri, ma senza riuscire a far fronte alla carenza strutturale di personale sanitario. Carenza che ieri si è tradotta in un altro drammatico decesso.
Marta Temido, 48 anni, era ministra dal 2018 e nel 2020 era diventata uno dei volti più noti della lotta alla pandemia in Portogallo. (ANSA).