L'accordo, che il premier Costa ha definito "non la fine, ma l'inizio di un percorso", è stato firmato da tutte le parti sociali ad eccezione del più grande sindacato nazionale, la CGTP, più vicino al Partito comunista portoghese. Le opposizioni parlamentari, infatti, sia da sinistra (Pcp e Bloco de esquerda) che dall'estrema destra (Chega), hanno criticato queste misure, perché gli aumenti sono pari all'inflazione solo nel caso del salario minimo, che sale del 7,8% e riguarda circa 900 mila lavoratori, ma non per la generalità degli altri stipendi, che in questo modo subiranno una riduzione del potere di acquisto.
Questa legislatura, iniziata con le elezioni anticipate del gennaio scorso, è la prima in cui il Partito socialista portoghese, che governa ininterrottamente dal 2015, gode di una maggioranza assoluta, ma non può contare sull'appoggio esterno delle sinistre. La CGTP ha già fatto appello allo sciopero.(ANSAmed).