(ANSAmed) - BEIRUT - Gli 007 di molti servizi occidentali sono stati a Damasco per discutere col regime la questione delle minacce terroristiche da parte di gruppi islamici. Lo ha detto alla Bbc il vice ministro degli esteri siriano Faysal al Miqdad, che però non ha voluto precisare quali governi abbiano riaperto i contatti in materia di sicurezza col regime siriano.
Per Miqdad molti governi occidentali hanno finalmente capito che "non c'è alternativa alla leadership del presidente (Bashar) al Assad". Il vice ministro ha aggiunto che dei molti governi che si sono fatti avanti col regime, alcuni lo hanno fatto in vista della conferenza internazionale prevista in Svizzera il prossimo 22 gennaio. "Altri dicono di voler tastare il terreno, altri ancora - ha proseguito Miqdad citato dalla Bbc - di voler cooperare in questioni di sicurezza perché i terroristi che loro stanno inviando dall'Europa occidentale in Turchia e in Siria sono diventati per loro stessi una minaccia".
Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna ma non Stati Uniti.
Gli 007 di questi paesi, scrive il Wall Street Journal citando fonti diplomatiche occidentali e mediorientali, hanno avuto incontri segreti a Damasco con rappresentanti del presidente siriano Bashar al Assad per raccogliere informazioni sulla presenza di oltre 1.000 jihadisti europei nei gruppi islamici che combattono in Siria. Incontri che vanno avanti da novembre e che sono i primi da quando i paesi coinvolti hanno ritirato i loro ambasciatori ma che, precisano le fonti, non significano una riapertura dei rapporti diplomatici.
Il primo a recarsi in Siria sarebbe stato la scorsa estate un funzionario in pensione del MI6, il braccio armato dell'intelligence britannica, ma non ci sono conferme ufficiali.
Mentre un portavoce dei servizi spagnoli ha ammesso che Madrid ha condiviso informazioni di intelligence con Damasco su cittadini spagnoli che si sono uniti a gruppi radicali senza fornire ulteriori dettagli.
L'estremismo islamico è una minaccia non solo per il Medio Oriente ma per tutto il mondo, ha detto da parte sua il presidente Assad ricevendo a Damasco il ministro degli esteri iraniano Mohammed Javad Zarif. impegnato in una missione regionale che ha coinvolto anche il Libano e l'Iraq.
Citato dall'agenzia ufficiale Sana, Assad ha affermato che "il popolo siriano e altri popoli nella regione si sono resi conto del pericolo del wahhabismo", in riferimento alla dottrina estremista islamica adottata dalla casa reale saudita.
L'Arabia Saudita è il principale sostenitore arabo assieme al Qatar dell'insurrezione popolare anti-regime. "Tutti devono contribuire per opporsi al wahhabismo ed estirparlo", ha aggiunto Assad. (ANSAmed).