La denuncia è stata facilitata dal Centro siriano per i media e la libertà di espressione (SCM), la Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH) e il centro per i diritti umani Memorial. Gli avvocati di SCM, FIDH e Memorial, Ilya Novikov e Petr Zaikin, rappresentano il fratello della vittima, Mohamad A.
LO riportano le associazioni in una nota vista dall'ANSA.
Si tratta del primo tentativo in assoluto da parte della famiglia di una vittima siriana di ritenere i sospetti russi responsabili di gravi crimini commessi in Siria. La denuncia richiede l'avvio di un procedimento penale sulla base dell'omicidio commesso con estrema crudeltà, al fine di stabilire la responsabilità dei presunti responsabili per questo e altri crimini, compresi i crimini di guerra.
Ilya Novikov, uno degli avvocati del querelante, ha spiegato: "La legge russa prevede l'obbligo per lo Stato di indagare sui crimini commessi da cittadini russi all'estero. Il Comitato Investigativo non ha finora avviato alcuna indagine sul crimine in questione, anche se tutte le informazioni necessarie sono state comunicate ufficialmente alle autorità russe più di un anno fa." "La denuncia presentata dal quotidiano Novaya Gazeta un anno fa è stata ignorata", ha detto Alexander Cherkasov, presidente di Memorial Human Rights Center. "Questo ha costretto noi, difensori dei diritti umani, a rivolgerci alle autorità investigative russe. In effetti, questo è una ripetizione di quello che è successo 20 anni fa, quando le sparizioni forzate, la tortura e le esecuzioni extragiudiziali commesse durante il conflitto armato nel Caucaso del Nord non sono state indagate.
Oggi, vediamo un altro anello di questa catena di impunità".
(ANSAmed).