Secondo un comunicato stampa della Commissione Generale della Pesca per il Mediterraneo (Gfcm) della Fao, questo database, che verrà creato nel 2022 con il completamento del programma, aiuterà a determinare le misure di gestione più appropriate per la conservazione del prezioso corallo rosso nel Mediterraneo.
Il Programma di ricerca sul corallo rosso del Mediterraneo, che terminerà nel dicembre 2022, è stato avviato nel marzo 2020 dalla Fao, attraverso la Gfcm, con l'obiettivo di raccogliere informazioni sulle specie prioritarie e fornire consulenza ai funzionari dei paesi mediterranei. Nell'ambito di questo programma, il ministero tunisino dell'Agricoltura, delle risorse idrauliche e della pesca e l'Istituto nazionale di scienze e tecnologie marine (Instm) collaborano dal 2020 con istituti di ricerca, università e ministeri di Algeria, Croazia, Spagna, Francia, Grecia e Italia per rafforzare la ricerca scientifica e la raccolta dati sul corallo rosso nel Mar Mediterraneo.
Inoltre, la Fao, attraverso la sua Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo, sta lavorando con la Tunisia e altri paesi per rafforzare il controllo e il monitoraggio delle attività di pesca, mentre si adopera per mantenere la raccolta del corallo rosso a un livello sostenibile. «Non si tratta solo delle comunità che pescano corallo; esistono generazioni di persone legate alla pesca, lavorazione e commercio dei coralli.
Dobbiamo sostenere queste comunità in modo che questo sia sostenibile a lungo nel futuro», afferma Kim Friedman, Senior Fishery Resources Officer presso la Fao.
Il corallo rosso è un bene prezioso fin dalla preistoria.
Tracce di questo variopinto organismo sono state trovate nei siti archeologici di tutta Europa e per secoli ha adornato l'arte religiosa, le sculture, gli ornamenti e i gioielli. Si può trovare in tonalità che vanno dal rosa pallido al rosso intenso e il corallo di alta qualità viene venduto fino a 6 000 dollari (circa 5 000 euro) al chilogrammo. Alcune preziose specie di corallo, incluso il corallo rosso, sono ora riconosciute come vulnerabili a causa di una serie di cause, tra cui l'innalzamento della temperatura del mare, l'inquinamento delle acque e la raccolta incontrollata. Insieme al cambiamento climatico, questi problemi minacciano la sopravvivenza a lungo termine del corallo rosso e di molte altre specie acquatiche nei nostri mari e oceani sempre più vulnerabili. (ANSAmed).