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Tunisia: consiglio magistrati respinge decisione Saied

E dichiara che proseguirà le proprie attività

07 febbraio, 12:39

TUNISI - Dura reazione del Consiglio superiore della magistratura tunisino (Csm) in relazione alla decisione del presidente Kais Saied di scioglimento dell'organo di autogoverno dei giudici, annunciato nella notte tra sabato e domenica scorsi.

In un comunicato il Csm infatti dichiara di respingere questa decisione, "in assenza di qualsiasi meccanismo costituzionale e legale", mettendo in guardia contro qualsiasi violazione dell'indipendenza della magistratura. "Il Csm denuncia una violazione della Costituzione e delle garanzie di indipendenza della magistratura", si legge ancora nella nota, sottolineando che proseguirà le sue attività. Il Consiglio invita inoltre tutti i giudici a considerare Il Csm come unico garante della loro indipendenza.

Il Csm mette anche in guardia contro qualsiasi strumentalizzazione della magistratura a fini politici, invitando ogni parte a smettere di fuorviare l'opinione pubblica. Dello stesso tenore anche la risposta dell'Associazione dei magistrati tunisini (Amt) che ha espresso "un forte rifiuto di tutti i tentativi di danneggiare la magistratura e il Csm da parte del presidente Kais Saied", affermando che il suo annuncio è "una negazione dei fondamenti del sistema democratico e la demolizione delle istituzioni costituzionali". Solidarietà al Csm è arrivata anche dal presidente del parlamento congelato Rached Ghannouchi e da tre partiti politici social democratici, Ettakatol, Al Joumhouri et Attayar.

L'attuale Csm, composto da 45 membri, venne eletto nel 2016 dagli stessi magistrati attraverso regolari elezioni in tutti i distretti giudiziari del Paese, in attuazione della Costituzione del 2014. La decisione di sciogliere il Csm è l'ultimo capitolo di un braccio di ferro durato mesi che ha visto il presidente della Repubblica individuare contrapporsi al Csm nell'ottica della "necessità di una riforma del sistema giudiziario per una lotta efficace alla corruzione". Secondo Saied infatti parte della magistratura è politicizzata. In quello che in effetti si configura come uno scontro tra poteri dello Stato, la Tunisia non potrà avvalersi dell'intervento della Corte costituzionale, prevista dalla Costituzione del 2014 ma mai implementata.

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