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Tunisia: preoccupazioni per la nuova legge elettorale

Dubbi tra specialisti su sistema voto voluto da Saied

12 settembre, 13:20

(ANSAmed) - TUNISI, 12 SET - A pochi giorni dalla data prevista per la pubblicazione del decreto-legge che dovrà contenere le norme per il funzionamento delle elezioni previste per il prossimo 17 dicembre, in Tunisia regna ancora l'incertezza sul contenuto di questo testo chiave del processo elettorale, con relative apprensioni e preoccupazioni tra gli specialisti in materia. Incontrando il 5 settembre scorso il presidente dell'Alta Autorità Indipendente per le Elezioni (Isie), Farouk Bouasker, il presidente tunisino Kaïs Saïed ha assicurato che "sarà redatta una legge elettorale che terrà conto delle osservazioni e delle proposte che saranno presentate ai sostenitori del processo di riforma del 25 luglio e a coloro che sono impegnati nel nuovo processo di rifondazione".

Il direttore esecutivo dell'Osservatorio "Chahed", Naceur Harrabi, in una dichiarazione all'agenzia Tap, ha però messo in guardia contro i rischi e gli eccessi di un approccio unilaterale da parte di Saied, considerato che il poco tempo rimasto e l'insistenza del presidente ad andare avanti da solo ascoltando una sola parte politica, "non contribuirà alla costruzione di una sana democrazia, ma porterà ipso facto al boicottaggio di una larga parte dello spettro politico delle prossime elezioni, oltre che alla disaffezione di un gran numero di cittadini nei confronti di questa importante scadenza elettorale". "In occasione delle prossime elezioni legislative, la tendenza sembra favorire il sistema di voto uninominale a due turni, sistema che ha i suoi pregi ma anche e soprattutto i suoi difetti", sottolinea Harrabi, secondo il quale la modifica della legge elettorale non è di per sé sufficiente a garantire l'instaurarsi di un panorama politico diverso dal 2014 e dal 2019. Anche se non esiste un sistema elettorale "ideale, perfetto e irreprensibile", per Harrabi il principale inconveniente del sistema di voto uninominale è che esso non garantisce un'equa rappresentanza di donne, giovani e persone con disabilità, a differenza del metodo di voto delle liste con i maggiori resti. Inoltre, sempre secondo l'esperto, nel caso del sistema elettorale uninominale i candidati alle elezioni possono essere "persone note per la loro onestà nelle loro regioni" ma anche "persone influenti e ricche che riescono a imporre candidati che difendono i loro propri interessi". Vale a dire, la linea di demarcazione tra "onestà" e "corruttibilità" è così sottile che è difficile definirla, ha osservato. Di qui il grave rischio, di avere un Parlamento "frammentato, sbriciolato, malato".

Anche la leader della rete civica "Mourakiboun", Raja Jabri, ha espresso riserve rispetto al sistema di voto uninominale. Un sistema che secondo lei resta troppo dipendente dalle modalità di divisione elettorale e richiede molto lavoro in termini di divisione e individuazione dei collegi elettorali, mentre "il fattore tempo non lo consente", il che rischia di portare all'adozione di una divisione amministrativa "troncata" che non tiene conto delle specificità sociali di ciascuna regione. Jabri ha ricordato gli sforzi compiuti dalla società civile per garantire la parità verticale sulle liste in corsa per le elezioni legislative, al fine di garantire una forte rappresentanza di giovani e donne, deplorando che il sistema di voto uninominale non prevede salvaguardie e mette a repentaglio la rappresentanza delle donne che rischiano di essere penalizzate nel prossimo parlamento.

Per il segretario generale del Movimento Popolare, Zouheir Maghzaoui, la sola modifica del sistema di voto non cambierà la situazione. "Occorre salvaguardare il più possibile il clima elettorale dalle inciviltà e devianze che hanno segnato le elezioni degli ultimi anni", ha sottolineato. Un punto di vista condiviso da un'ampia fascia della società civile che ritiene anche che il successo di un sistema elettorale dipenda spesso dal suo "ecosistema elettorale", e che garantire elezioni eque e trasparenti richieda un respiro di lavoro a lungo termine in cui il controllo e il finanziamento di partiti e associazioni devono essere sempre sotto lo sguardo vigile della giustizia.

In attesa della pubblicazione del decreto-legge elettorale, già si sono moltiplicati gli appelli al boicottaggio delle elezioni con il rischio di avere una tornata elettorale senza partiti. Il Fronte di Salvezza nazionale e il partito e il Partito Destouriano Libero di Abir Moussi hanno già annunciato che non parteciperanno alla prossima tornata elettorale.(ANSAmed). (ANSA).

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