Stamani il ministro dell'Interno turco, Suleyman Soylu, ha accusato dell'attentato il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) : "Secondo i risultati delle nostre indagini, l'organizzazione terroristica del PKK ne è responsabile", ha detto Soylu, annunciando l'arresto della donna sospettata di aver piazzato la bomba, identificata come Ahlam Albashir, fotografata in manette sotto l'insegna della polizia e fra due bandiere turche, e che avrebbe confessato di essere entrata illegalmente in Turchia dalla regione di Afrin nel nord della Siria e di essere membro del PKK. Secondo l'agenzia Anadolu, la donna ha agito su ordini dati da Kobane, nel nord della Siria, dal partito curdo armato PKK. "Secondo le nostre valutazioni, l'ordine per l'attentato terroristico mortale è arrivato da Ayn al-Arab (Kobane) nel nord della Siria, dove il PKK-YPG ha il suo quartiere generale siriano". La formazione curda siriana Unità di protezione del popolo (YPG) è infatti ritenute da Ankara organizzazione terrorista affiliata al PKK.
"Gli attacchi terroristi contro i nostri civili sono conseguenze dirette o indirette del sostegno di alcuni Paesi per organizzazioni terroristiche", ha affermato Fahrettin Altun, direttore delle comunicazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "Penso che le condoglianze dell'America siano come l'assassino che arriva per primo sul luogo del delitto", ha rincarato la dose Soylu, alludendo al sostegno Usa allo YPG. Di conseguenza la Turchia oggi ha "respinto" le condoglianze Usa per le vittime dell'attentato di Istanbul.
In mattinata è stato riaperto al traffico il centro della megalopoli turca sul Bosforo. (ANSAmed).