Alla fine di maggio, l'acqua è penetrata nella sala macchine della petroliera, aumentando il rischio dell'affondamento della nave. "Questo porterebbe a una grave fuoriuscita di petrolio", ha detto Mark Lowcock. "Per fortuna, la perdita nella sala macchine era relativamente piccola e i subacquei della società Safer sono stati in grado di contenerla", ha aggiunto. "Ma la riparazione è solo temporanea." In caso di fuoriuscita di petrolio, le comunità costiere sarebbero gravemente colpite a Tazz, Hodeida e Hajjah, principalmente in aree controllate dalle autorità ribelli Houthi, ha avvertito.
"Se una fuoriuscita di petrolio dovesse verificarsi nei prossimi due mesi, gli esperti prevedono che 1,6 milioni di yemeniti sarebbero direttamente colpiti dall'evento", ha aggiunto il funzionario delle Nazioni Unite. A causa delle correnti marine e delle condizioni stagionali, infatti, gran parte del petrolio rimarrebbe vicino alla costa dello Yemen invece di disperdersi. Dunque, il porto di Hodeida, da cui dipende il paese per la fornitura di aiuti umanitari e merci importate, potrebbe essere costretto a chiudere per settimane o addirittura mesi.
Il governo dello Yemen e le autorità Houthi avevano chiesto formalmente l'assistenza delle Nazioni Unite nel marzo 2018, ma avevano posto delle condizioni.
"La settimana scorsa, invece - ha reso noto il rappresentante Onu - I capi di Ansar Allah (Houthis) hanno confermato per iscritto alle Nazioni Unite di essere pronti ad autorizzare la missione sulla SAFER. Hanno anche indicato l'intenzione di rilasciare permessi di ingresso al personale della missione''.
(ANSA).