"Le responsabilità penali
che sono emerse da questa inchiesta riguardano personalmente gli
indagati e non il sistema portuale di Gioia Tauro, che
rappresenta un soggetto economico sano e legale non coinvolto
assolutamente nelle indagini". Lo ha detto il Procuratore della
Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel corso
della conferenza stampa sull'operazione che ha portato agli
arresti per il traffico internazionale di droga che avrebbe
avuto la base logistica nel porto container di Gioia Tauro.
"L'importanza di quest'operazione - ha aggiunto Bombardieri - é
quella di avere consentito di individuare un gruppo di operatori
portuali stabilmente e sistematicamente al servizio di cosche di
'ndrangheta per il trasporto e l'importazione di ingenti carichi
di droga. È evidente che le nostre indagini non fanno sconti a
nessuno, ma ci teniamo ad affermare la piena legittimità
dell'operato del sistema portuale, che garantisce agli
imprenditori onesti che operano nello scalo la possibilità di
svolgere la loro attività in modo sana. Ciò non di meno,
comunque, non possiamo nascondere che dello stesso sistema
portuale facevano parte alcuni operatori che, in realtà, erano
dediti quasi esclusivamente ad attività illegali".
L'inchiesta nell'ambito della quale sono stati eseguiti gli
arresti é stata coordinata dallo stesso procuratore Bombardieri,
dal Procuratore aggiunto, Giuseppe Lombardo, e dai sostituti
procuratori Domenico Cappelleri e Paola D'Ambrosio.
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