(di Clemente Angotti)
(ANSA) - CATANZARO, 31 OTT - E' tornato all'originario
splendore l'antichissimo SS. Crocifisso, di autore ignoto,
scolpito in legno di pero e custodito da secoli all'interno del
Santuario della Madonna della Luce a San Pietro di Magisano.
L'opera, la cui fattura era stata attribuita ad un periodo più
recente, intorno al 1800, mentre in realtà sarebbe databile in
un periodo che va dalla fine del Quattrocento agli albori del
Cinquecento, è da tempo collocata nella prima arcata laterale
sinistra del santuario, edificato pochi decenni dopo l'anno
Mille (1064), proprio laddove vi era un altare ligneo poi
rimosso negli anni Cinquanta.
A restituire l'originaria bellezza alla scultura è stato
il restauro effettuato nell'ambito del progetto "RestauriAmo",
realizzato in collaborazione con l'Ufficio Beni Culturali della
Diocesi di Catanzaro-Squillace diretto da don Maurizio
Franconieri e sotto l'egida della Soprintendenza di Cosenza. Il
lavoro di recupero del manufatto, che a breve sarà riposizionato
nella sua sede naturale, è stato attuato per volontà di don
Franconiere e del parroco di San Pietro Magisano don Simone
Marchese, con l'apporto gratuito del restauratore Giuseppe
Mantella coadiuvato da Dante Palmerini, ricercatore e operatore
della Diocesi di Catanzaro-Squillace.
Una scoperta, la nuova datazione, avvenuta poco a poco.
Il Crocifisso per secoli, infatti, è rimasto avvolto da una
sorta di corazza di stucco ridipinto che ne aveva celato la
condizione naturale. Sono stati necessari sei mesi di meticoloso
lavoro al restauratore Mantella per riuscire ad avere ragione di
un intervento attuato anche grazie a moderne indagini
diagnostiche che hanno consentito di portare alla luce la
particolare tecnica esecutiva. Il manufatto è stato realizzato
all'epoca in legno mediante assemblaggio delle varie parti del
corpo: testa, tronco (fino all'altezza delle ginocchia), arti
superiori, gambe e porzioni di legno applicate anche nella
realizzazione del perizoma. "Non c'è un chiodo di ferro in
questa scultura - ha spiegato Mantella - ma tutto è stato
realizzato con particolare maestria in legno di pero stagionato
perfettamente, al punto che il materiale è privo di tarli. Il
restauro dell'opera - ha aggiunto - è stato condiviso ed è
questo il sistema con il quale in sinergia dobbiamo guardare al
nostro patrimonio artistico per valorizzarlo nel migliore modo
possibile".
Non si hanno notizie certe sull'autore dell'opera, anche
se è presumibile che la fattura sia da collegare al contesto
produttivo di un'ignota bottega presente nel territorio di
Taverna, di cui San Pietro Magisano all'epoca era casale.
Elemento questo sottolineato da Palmerini e suffragato dalla
ricca presenza di sculture molto simili distribuite in tutte o
quasi le chiese della zona presilana.
Il Santuario della Madonna della Luce di San Pietro
Magisano, meta di un pellegrinaggio religioso che si rinnova da
secoli il 7 e l'8 settembre di ogni anno con la processione del
quadro e della statua della Vergine originariamente custoditi
nell'Abbazia basiliana di Peseca, oltre che luogo di autentica
spiritualità per tutta la realtà presilana catanzarese, si
conferma scrigno di tracce di un passato storico artistico di
grande importanza, come ha dimostrato anche la presenza di una
Croce Astile, anche questa riscoperta e catalogata da qualche
anno, che ricorda i manufatti delle botteghe napoletane. (ANSA).