Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Papa a Cassano: l'atroce destino del piccolo Cocò

Papa a Cassano: l'atroce destino del piccolo Cocò

Ucciso e bruciato in auto con nonno e convivente dell'uomo

21 giugno 2014, 17:19

Redazione ANSA

ANSACheck

Papa Francesco a Cassano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Papa Francesco a Cassano - RIPRODUZIONE RISERVATA
Papa Francesco a Cassano - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' stato uno dei delitti più atroci mai accaduti in Calabria quello di Cocò Campolongo, il bambino di tre anni ucciso e bruciato insieme al nonno, Giuseppe Iannicelli, ed alla compagna di quest'ultimo, Ibtissam Touss. Il delitto è accaduto il 19 gennaio scorso in una zona periferica di Cassano allo Jonio. Quella di Cocò è stata una vera e propria infanzia violata in una famiglia allo sbando. Assieme alla madre Antonia, che ha altri due figli malgrado abbia appena 24 anni, il bambino ha addirittura avuto modo di conoscere, ancora in fasce, l'esperienza del carcere dopo l'arresto della donna per spaccio di sostanze stupefacenti.

 

In braccio alla mamma il bambino aveva partecipato, lo scorso anno, all'udienza di un processo. Una scena che fece rabbrividire i presenti e che segnò l'avvio di una campagna di sensibilizzazione conclusasi con la concessione alla donna degli arresti domiciliari. Beneficio che, però, durò ben poco: Antonia, infatti, non rispettò gli obblighi della detenzione domiciliare e venne subito riportata in carcere, dove, sempre per fatti di droga, si trova anche il padre del bambino. Da quel momento ad occuparsi del bambino era stato il nonno, Giuseppe Iannicelli. L'uomo, dopo che la moglie, Maria Rosaria Nucera, era stata arrestata, anche lei per droga, così come era accaduto ad un'altra figlia, Simona, aveva allacciato una relazione con la giovane donna marocchina che ha subito il suo stesso destino e quello del piccolo Cocò.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza