Sonno sereno, dieta mediterranea,
attività ludica attiva e un limite di ore davanti ai tablet.
Sono alcune delle dieci regole del "Decalogo anti obesità"
redatto dal Centro di Allergologia Pediatrica dall'Azienda
Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, diretto dal
professor Roberto Berni Canani, e ideato per contrastare quella
che molti ricercatori statunitensi hanno definito già la nuova
pandemia nei bambini, la "covibesity". Il decalogo è stato
pubblicato online
(https://centroallergologiapediatrica.it/decalogo-anti-obesita)
in vista del World Obesity Day, la giornata mondiale
dell'obesità. Si tratta di un'emergenza che può avere un impatto
particolarmente grave in Italia dove l'obesità infantile
rappresenta già un grave problema di salute pubblica con molti
risvolti di carattere sociale. Il sistema di sorveglianza di
rilevanza nazionale "Okkio alla salute", ha stimato, infatti,
nella sua ultima rilevazione, che in Italia il
20.4% dei bambini è in sovrappeso mentre il 9.4% è obeso.
"La pandemia - spiega Berni Canani - sta concorrendo ad
aggravare ulteriormente questo quadro, determinando il
peggioramento di una già instaurata condizione di obesità o
promuovendone l'insorgenza. Stress e turbolenze emotive di
questo periodo si associano spesso anche al fenomeno del
'comfort eating', l'assunzione di alimenti ricchi di zuccheri e
alimenti appetibili che rappresenta un meccanismo
inconscio di automedicazione contro gli stimoli negativi, a
seguito del rilascio di serotonina che ha un effetto benefico
sull'umore".
L'analisi condotta dal Centro evidenzia come la combinazione
di questi comportamenti con la didattica digitale,
l'interruzione delle
attività sportive programmate e l'aumento del tempo trascorso
davanti agli schermi di PC, tablet e smartphone, abbia causato
un significativo aumento della sedentarietà. C'è una relazione
tra ore di tempo trascorso davanti allo schermo e rischio di
sviluppare obesità e complicanze cardio-metaboliche:questo
comportamento, oltre a sottrarre tempo all'attività fisica, può
associarsi più di tutti gli altri a un'alimentazione scorretta.
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