Napoli e Israele, una amicizia
lunga duemila anni, fatta di valori condivisi e scambi
commerciali, che si rinsalda con una due giorni di appuntamenti.
Oggi l'anteprima con la visita alla Sinagoga del sindaco Gaetano
Manfredi prologo dell'iniziativa in programma domani nel polo hi
tech di San Giovanni a Teduccio dove ventitré imprese israeliane
all'avanguardia si confronteranno con il know how made in Napoli
per discutere dell'agricoltura del futuro. Con Manfredi per la
prima volta in visita alla comunità ebraica numericamente più
rilevante a sud di Roma anche l'ambasciatore d'Israele in
Italia, Dror Eydar.
Ricca di spunti, ma anche di emozioni, l'iniziativa di oggi
culminata nel conferimento di una targa da parte del sindaco a
Tullio Foà, 88 anni, che ha portato la sua toccante
testimonianza ai tempi delle leggi razziali del 1938. Manfredi,
in testa la kippah, il copricapo utilizzato dagli ebrei nei
luoghi di culto, ha ricordato il ruolo della comunità ebraica in
città. "Una comunità piccola ma che incide e il cui valore non
si calcola in base ai numeri quanto su quello che rappresenta".
Il sindaco ha ricordato il ruolo ricoperto dagli ebrei
partenopei in occasione delle 'quattro giornate di Napoli'.
"Quella rivolta popolare consentì non solo la liberazione dal
Nazismo ma anche di riaffermare un principio di autonomia che è
un sentimento storico della città".
Ora l'attenzione è al futuro, come ricorda l'ambasciatore
israeliano Eydar: "Abbiamo voluto che l'appuntamento di domani
si svolgesse a Napoli e non a Roma perché il Sud Italia
condivide condizioni climatiche simili a quelle di Israele e di
tutto il Mediterraneo. Portiamo ventitré aziende dalla
tecnologia avanzata nei settori agricoltura, acqua, terra.
Vogliamo condividere le nostre conoscenze con le ottanta aziende
italiane che saranno presenti: collegheremo le vostre aziende
con quelle israeliane, metteremo a sinergia due cervelli
brillanti che insieme possono fare bene per tutta l'umanità".
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