La sezione d'appello della Corte
dei Conti ha assolto il professor Paolo Stampacchia, docente
dell'Università di Napoli "Federico II", che in primo grado era
stato condannato dalla Corte dei conti della Campania al
risarcimento del danno di 241 mila euro in favore dell'ateneo
per avere svolto in modo continuativo e senza autorizzazione
attività libero professionale incompatibile con il proprio
status di docente a tempo pieno.
La terza sezione centrale d'Appello della Corte dei conti,
con sentenza depositata il 31 maggio scorso, ha stabilito che
"non può essere condiviso il ragionamento" della Procura e del
giudice di primo grado secondo cui "il carattere della
abitualità, sistematicità e continuità" dell'attività
extraistituzionale di Stampacchia "sarebbe stato avallato dal
possesso ininterrotto della partita IVA". Per i giudici
d'appello, infatti, "la titolarità di una partita IVA da parte
di un docente universitario, non implica, automaticamente, che
ogni attività fatturata sia contraria ai doveri di esclusività,
in quanto, non è accertativa del carattere di abitualità e
sistematicità della stessa". Inoltre va sottolineato, scrivono i
giudici, che il docente ha "prodotto una serie comunicazioni e
di richieste per svolgimento delle diverse prestazioni
extra-istituzionali contestate, e che appare erronea
l'argomentazione del primo giudice che, senza alcuna prova al
riguardo, le ha ritenute irrilevanti e prive di effetto". Al
contrario, tali comunicazioni "attestano la ragionevole
convinzione sulla liceità della propria condotta, con
conseguente assenza di colpa grave ad esso imputabile. La non
corretta ricostruzione in fatto della esaminata vicenda, ne ha
compromesso quindi l'inquadramento giuridico, determinando la
sostanziale infondatezza dell'azione di danno".
In conclusione, secondo i giudici d'appello, "non appaiono
ravvisabili comportamenti oggettivamente antigiuridici e
dannosi" da parte del professor Stampacchia e, "in ogni caso, va
esclusa la sussistenza di profili di dolo o colpa grave". In
riforma dunque della sentenza di primo grado, il docente è stato
"assolto dagli addebiti formulati nei suoi confronti dalla
Procura regionale".
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