"Devo essere
sincera, la candidatura ai David mi ha angosciata. Non avendo
studiato recitazione mi sentivo inadatta. A questa età molte
cose ti fanno dubitare di te stessa. Avere persone accanto che
ti supportano è fondamentale. Mi ha spaventato aver vinto, non
ho mai preso lezione di recitazione, né di dizione. Quando ho
sentito il mio nome non sapevo cosa fare, il mio corpo ha preso
il sopravvento, non ero preparata e ho detto le prime cose che
mi sono venute in mente". Swamy Rotolo, ospite del Giffoni Film
Festival, si è raccontata ai ragazzi, parlando della sua prima
importante esperienza di attrice, quella nel film "A Chiara",
che le ha portato il David di Donatello 2022 come Miglior
Attrice Protagonista. Un premio importante che "certamente mi
influenzerà - ha detto - ma non voglio diventi il mio biglietto
da visita. Ancora non so quale sarà la mia carriera, non mi
sento certo un'attrice".
17 anni, Swamy ha iniziato a recitare con Jonas Carpignano,
regista di "A Chiara" ma anche di "A Ciambra" (2017), in cui
aveva fatto una piccola parte. "Jonas mi conosce benissimo da
quando ho 9 anni, è un amico di famiglia, faceva un Festival di
Cinema a Gioia Tauro, paese di mio padre". "Per me è come un
fratello maggiore. Quando mi ha proposto questa parte né io, né
la mia famiglia, volevamo farlo, ma lui è un mago e ti fa
cambiare idea in due minuti". E a lui sente di dovere molto:
"Aver iniziato con Jonas è stata una fortuna, perché lui ti
insegna l'abc di questo lavoro".
La giovane attrice ha poi raccontato ai ragazzi un aneddoto
del set: "Prima di essere un regista lui è uno psicologo, sul
set faceva quello che doveva fare l'attore. Ad esempio ha corso
con me prima di girare una scena in cui dovevo avere il fiatone.
O abbiamo fatto insieme kickboxing prima di una scena in cui
dovevo essere arrabbiata".
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