"Ormai il tribunale, nel periodo
estivo, sembra quasi un mercato del pesce in cui ognuno indossa
quello che gli fa più comodo. Ma non è così". Si affida ad una
metafora forte l'avvocato Claudia Ardolino per manifestare il
suo "totale assenso" al provvedimento del presidente del
Tribunale di Nola facente funzioni, Vincenza Barbalucca, che
dispone "il divieto assoluto di ingresso nel palazzo di
giustizia e nelle aule d'udienza in abiti succinti e non consoni
al decoro dell'ufficio" e che vieta anche l'uso in aula di
smartphone per riprese e registrazioni se non espressamente
autorizzati dal presidente del collegio o dal giudice
monocratico.
Un provvedimento emanato sulla base di una casistica
piuttosto ricca, che riguarda soprattutto testimoni e parti dei
processi penali, che si sono spesso presentati in queste torride
settimane nelle aule d'udienza come se stessero andando in un
lido balneare, con gli zoccoli, e riprendendo spesso con il
cellulare ciò che avveniva in udienza.
Il provvedimento si rivolge ovviamente a tutti, anche agli
avvocati; qualcuno, proprio tra i legali, non ha probabilmente
digerito la decisione, ma la stragrande maggioranza degli
avvocati è concorde. "Il provvedimento del presidente - prosegue
Ardolino - non limita la libertà di nessuno, ma instilla il
senso del rispetto che si deve avere quando si entra in un luogo
così importante come il Tribunale. Chiunque, siano essi
avvocati, imputati, consulenti, testimoni, quando entra nel
palazzo del giustizia deve indossare vestiti decorosi: tutti a
mio avviso dovrebbero venire in giacca e cravatta, e le donne in
abiti dignitosi".
"Assolutamente d'accordo" con il provvedimento anche il
vice-presidente dell'ordine degli avvocati di Nola Arcangelo
Urraro. "Si sono effettivamente verificati casi di persone
presentatesi in tribunale con abbigliamento che ha generato
imbarazzo; è giusto che si seguano norme di decoro, bene ha
fatto il presidente, anche se il provvedimento riguarda
soprattutto le parti e i consulenti" conclude Urraro.
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