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Al Policlinico Federico II progetto di chirurgia epatica

Già eseguiti cinque interventi chirurgici di resezione complessa

(ANSA) - NAPOLI, 29 SET - Al via presso l'Unità operativa complessa di Chirurgia epatobiliare e pancreatica dell'Azienda ospedaliera universitaria Federico II il progetto di chirurgia epatica complessa assistita dalla realtà aumentata, tecnologia che ad oggi è stata applicata solo in alcuni tra i più avanzati centri nel mondo. Sono stati eseguiti i primi 5 casi di resezioni epatiche ''estremamente complesse'' in cui i chirurghi durante l'intervento hanno visionato simultaneamente il campo operatorio con i visori Hololens 2 sovrapponendo, sulle immagini reali, le immagini virtuali del fegato, i tumori e i vasi sanguigni. Tutti gli interventi sono stati completati con successo in accordo alle strategie pianificate nella fase preoperatoria. "La realtà aumentata con l'ausilio degli ologrammi - spiega Roberto Troisi, direttore del Centro - permette di fondere il mondo fisico con quello digitale. L'uso dei visori 3D frontali consente oggi al secondo chirurgo e agli assistenti di vedere le stesse immagini virtuali manipolate dal primo operatore che indica la strategia operatoria durante l'operazione. La realtà aumentata - aggiunge - facilita la radicalità della rimozione dei tumori permettendo di risparmiare una maggior quantità di fegato sano con minori complicanze e una minore degenza operatoria''. La sola tecnologia di ricostruzione virtuale tridimensionale era già utilizzata al Policlinico Federico II nei casi più complessi di tumori del fegato, del pancreas e delle vie biliari, ma oggi questa tecnica è stata integrata con gli ologrammi durante interventi a cielo aperto, laparoscopici ed in ultimo robotici. Gli ologrammi permettono di simulare l'intervento chirurgico al fegato e facilitano l'individuazione di piccoli tumori, i loro rapporti con i vasi e le vie biliari. Una tecnica innovativa che richiede ''molto lavoro'' nella costruzione degli ologrammi e - si evidenzia - ''a differenza degli altri Centri, tutte le fasi di analisi anatomica e simulazione sono gestite dai chirurghi''. Dall'Azienda si sottolinea che ''le potenzialità di questa tecnologia sono enormi, soprattutto se potranno essere integrate nella piattaforma digitale robotica che potrà cambiare il modo di operare fino ad arrivare alla vera chirurgia di precisione nel prossimo decennio''. La realtà aumentata oltre che rappresentare ''una svolta'' per la diagnosi e la pianificazione intra-operatoria, è anche uno strumento innovativo per il controllo di un robot chirurgico. ''Allo stato attuale, l'interfaccia di controllo di un robot è tra i limiti maggiori per la realizzazione di una effettiva cooperazione uomo-macchina - afferma Bruno Siciliano, direttore del Centro ICAROS della Federico II - Un'efficace condivisione dei compiti tra il chirurgo, i suoi assistenti e il robot consentirebbe di aumentare il livello di autonomia dei vari task intra-operatori anche grazie all'impiego di tecniche di realtà aumentata. In prospettiva, il chirurgo potrà operare da una postazione ergonomica immergendosi nello scenario operatorio, avvalendosi di dati sensoriali arricchiti e impiegando il robot in maniera naturale e intuitiva con precisione superiore rispetto alla stessa operazione eseguita in open surgery''. Soddisfazione è espressa dal direttore generale dell'Azienda, Anna Iervolino: ''Ancora una volta il Policlinico si distingue per un'offerta assistenziale d'eccellenza coniugando ricerca, innovazione tecnologica e professionalità. Proseguire in questo camminino è prioritario così da poter garantire ai cittadini campani le migliori prestazioni assistenziali e fare dalla nostra Azienda sempre più un polo d'eccellenza capace di offrire risposte anche a pazienti provenienti da altre regioni''. (ANSA).
   

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