Quotidiano Energia - Cambio di rotta per il sistema di remunerazione della capacità spagnolo, uno dei primi ad essere stati introdotti alla fine degli anni ’90 e oggetto di perplessità sia a livello nazionale che da parte della Commissione Ue e dei regolatori europei.
Il ministero della Transizione ha infatti presentato ieri e messo in consultazione fino al 12 maggio una proposta che prevede aste “pay-as-bid” organizzate dal Tso Red Eléctrica de España sulla base delle analisi di adeguatezza del sistema.
In base alla proposta, considerata “chiave” per la strategia spagnola sullo storage che punta ad accumuli per 20 GW al 2030, il nuovo meccanismo si articolerà in due diverse procedure: un’asta principale con periodo di fornitura del servizio di capacità di 5 anni dall’aggiudicazione e una serie di “aste di aggiustamento” per forniture di 12 mesi.
Il sistema rispetterà in pieno l’art. 22 del regolamento Ue 2019/943 sul mercato elettrico, assicura il ministero, precisando che sarà applicato il principio di neutralità tecnologica in modo che sia la generazione che lo storage e la domanda potranno partecipare alle procedure. Al fine di garantire l’equivalenza della potenza firm apportata dalle diverse tecnologie (idroelettrica, eolica, solare, accumuli etc.), vengono creati vari gradi di “costanza” della capacità.
La partecipazione al meccanismo delle centrali esistenti è inoltre subordinato a emissioni di CO2 inferiori a 550 gr/kWh, mentre i nuovi impianti dovranno avere emissioni zero.
In base alla proposta, il meccanismo sarà finanziato da tutti i consumatori elettrici sotto forma di un sovrapprezzo variabile a seconda del segmento tariffario e del periodo orario, come avviene attualmente per gli oneri di trasporto e distribuzione.