Sono 2900 le aziende in gestione
dell'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati, 1600 le
aziende destinate, 1500 in liquidazione. Sono beni aziendali che
basavano la propria vitalità sul fatto che spesso si faceva
lavoro nero, riciclavano danaro di illecita provenienza, con
buste paga inesistenti per i lavoratori ecc. Ben il 68% delle
aziende in gestione sono scatole vuote, ovvero non sono mai
esistite operativamente sul mercato, non hanno avuto personale
ed hanno svolto opera illecita. Il 27% hanno necessità di una
liquidazione, ma servirebbe una modifica normativa per
accelerare questo processo. Solo il 5%, pari a 150 aziende, sono
attive sul mercato. Lo ha detto il prefetto Bruno Corda,
direttore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la
destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità
organizzata, in audizione in Commissione parlamentare Antimafia.
Corda ha poi parlato dei cosiddetti 'Beni esemplari', che
indicano vittoria dello Stato contro il malaffare, come Palazzo
Fienga, a Torre Annunziata, un tempo del clan Gionta. "Beni di
questa natura ci sono su tutto il territorio nazionale - ha
detto il prefetto - e sono stati previsti 5 milioni quest'anno
e altrettanti il prossimo per la valorizzazione di questi beni".
Quanto al personale dell'Agenzia, Corda ha detto che i
dipendenti sono 148 sui 200 previsti ma si attendono 70 nuovi
ingressi dal concorsone della funzione pubblica, ormai verso la
conclusione. "Con altri 40 dipendenti in mobilità vogliamo
riempire le sedi periferiche (sono 4) per seguire in modo
preciso tutte le procedure in essere. Abbiamo bisogno di
personale", ha concluso il prefetto.
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