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Moda

Chanel e il cinema, una lunga storia di creatività

Un corto racconta il legame che fu alla base del suo stile

 © ANSA
  • di Patrizia Vacalebri
  • ROMA
  • 13 maggio 2020
  • 20:59

Nato come nuova arte nel XX secolo, il cinema ha intrecciato un legame molto stretto con Gabrielle Chanel e la sua straordinaria carriera, in un dialogo creativo continuo, dove la grande sarta subì il fascino della cosiddetta settima arte, e questa a sua volta porta ancora oggi l'impronta del suo passaggio. Un nuovo video della maison online sul sito di Chanel, ricostruisce il legame tra l'iconica couturier e la magia del grande schermo. Poco più di dieci anni separano la nascita di Gabrielle Chanel nel 1883 da quella del cinema, avvenuta nel 1895, una vicinanza anagrafica profetica per questi due rivoluzionari che vennero al mondo alla fine del XIX secolo.
    Gabrielle era ancora una bambina quando il cinema scatenò una rivoluzione senza precedenti nel panorama artistico dell'epoca, mettendo in "movimento" le immagini. Nel frattempo lei era diventata una sarta e fu questo "movimento" che volle mettere al centro del suo stile per liberare il corpo femminile e dare ritmo alle silhouette. La sua intuizione le permise di comprendere l'importanza del cinema, del nuovo mezzo artistico che avrebbe segnato la cultura del XX secolo. Coco riconobbe la necessità di unire moda e cinema: "È attraverso il cinema che la moda può essere imposta oggi" affermò nel 1931, consapevole dei suoi poteri di diffusione e della visibilità che forniva a un vasto pubblico. Nello stesso anno il magnate della United Artists, Samuel Goldwyn, chiese a Gabrielle Chanel di vestire le sue attrici. In Tonight or Never (1931) Gloria Swanson indossava un guardaroba creato da Chanel. Una bottiglia di profumo N° 5 scivolò persino nell'arredamento come per rivelare il concetto globale di Chanel del fascino femminile. Venne criticata.
    Rifiutando di scendere a compromessi, ad un certo punto Coco scelse di sbattere la porta di Hollywood, che però le aveva lasciato però un acuto senso della fotogenia che le permetteva di padroneggiare l'arte di scegliere un taglio o un tessuto per le sue silhouette e di catturare la luce. Il costume e la moda ora formavano l'architettura di una scena. Così Coco chiese al futuro regista, Robert Bresson, di fotografare la sua collezione di gioielli Bijoux de Diamants (1932). Il senso unico dell'inquadratura e della luce di Bresson non le era sfuggito.
    Di ritorno a Parigi, Coco collaborò con molti registi francesi: Marcel Carné in Le Quai des Brumes (1938), Jean Renoir in La Marsigliese (1938), La bestia umana (1938) e Le regole del gioco (1939), per i quali Coco disegnò tutti i costumi femminili. Una delle attrici nel film recitava con le mani in tasca incarnando lo stile maschietta caro alla sarta. Il film è stata l'ultima collaborazione artistica di Chanel con il cinema prebellico. Al suo ritorno sulla scena della moda negli anni '50, la visione della moda di Coco come parte della vita reale venne incarnata dall'iconico tailleur di tweed che si abbinava alla modernità della New Wave francese. Jeanne Moreau, divenuta presto amica intima di Coco, scelse gli abiti di Chanel per i suoi ruoli in Gli amanti (1958), Elevator to the Gallows (1958) e Les Liaisons Dangereuses (1960), muovendosi avanti e indietro tra lo schermo e il street, offuscando la distinzione tra i due. Come incarnazioni del presente della modernità, molte attrici della New Wave hanno adottato Chanel nella loro vita quotidiana, testimoniando così il fascino della maison. Questa ricerca di eleganza che è radicata sia nel tempo ed è particolarmente evidente nel film L'anno scorso a Marienbad (1961), dove Alain Resnais chiese a Gabrielle Chanel i disegni dei costumi che evocavano le star del cinema che gli anni '20. Capi della sua collezione Haute Couture vestirono l'attrice Delphine Seyrig che subì una trasformazione fisica e gestuale totale per il film.
    Tra Gabrielle Chanel e questa nuova generazione di registi e attrici, il dialogo artistico è stato fruttuoso. Coco vestì Anna Karina e Visconti le consegnò Romy Schneider che apparve sullo schermo in Boccaccio '70 (1962), immersa nell'universo Chanel presente in ogni scena: dall'abito alla borsa trapuntata, dai gioielli di perle, alle scarpe bicolore al profumo N° 5. Altre dive che hanno vestito Chanel sul grande schermo sono Elizabeth Taylor e Jane Fonda. (ANSA).
   

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