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Moda

Valentino, creatività e sogno siano il centro della moda

Performance live Piccioli-Knight a Cinecittà, 15 abiti alti 4 mt

 © ANSA
  • di Patrizia Vacalebri
  • ROMA
  • 21 luglio 2020
  • 21:11

"Ho preso una frase di Pier Paolo Pasolini dalle sue Lettere Luterane e l'ho fatta mia: 'Non vogliamo essere subito già così senza sogni'. Così, con questa performance live, ho voluto mettere al centro la moda, che non può e non deve essere solo marketing. Al centro la donna, la poesia, il sogno, la creatività, la bellezza. Attraverso la storia, i momenti di reset o di riavvio, immancabilmente ho voluto al centro i valori umani. Per me, per le mie radici, l'umanesimo è il seme della rinascita". E' facile per Pierpaolo Piccioli, direttore artistico della maison Valentino, spiegare il messaggio della sua performance, che ha unito haute couture e arte digitale in un unico evento, proposto oggi alla stampa specializzata, in tutta sicurezza, seduta a distanza e fornita di mascherine, nel Teatro 10 di Cinecittà. E' un pochino più complicato trasmettere le sensazioni d'incanto e di magia, rimaste negli occhi, dopo aver assistito al video digitale dell'artista Nick Knight, che ha trasformato con la sua maestria di videomaker i 15 abiti disegnati da Piccioli in fiori e bouquet dai mille colori, in ruscelli e zampilli di fontane spontanee, in ectoplasmi e meduse con miriadi di tentacoli. Finito il video che ha trasportato lo spettatore incantato in una dimensione celestiale, accompagnato dalle note musicali di Fka Twigs, lo schermo si è aperto a sipario, e nel buio del Teatro 10 è stata mostrata una realtà altrettanto folgorante: un quadro statico di 15 modelle come sospese in aria, appese a cerchi metallici come acrobate, erette su trampoli altissimi o chissà quale altra diavoleria, per sollevarle 5 metri da terra. A mostrare i loro abiti candidi, bianchi, non colorati come sembrava nel video. Tutti esageratamente e volutamente lunghi, fino a 4-5 metri, e voluminosi, per rappresentare "il sogno" della rinascita dello stilista, la creazione umana, le lavorazioni di abili mani operose. "L'idea - rivela Piccioli - è nata durante il lockdown. Ho riflettuto. Questo è un momento di rinascita. Mi sono concentrato sulla moda come attività profondamente umana del dare forma alla materia attraverso le mani, modellando creazioni che il corpo abita e anima. All'inizio pensavo solo agli abiti, all'opera umana. Poi attraverso il dialogo con Nick Knight è arrivato il video digitale, dove sono stati sovrapposti ai miei 15 abiti, i quattro elementi della natura: terra, acqua, fuoco e aria. Elementi che hanno preso il sopravvento sulle forme, creando nel filmato stampe, motivi e ricami che nella realtà non ci sono". "Non ho voluto accettare compromessi - spiega ancora Piccioli - e ho voluto fare un evento diverso da una sfilata, valorizzando l'opera umana, mostrando dopo il video gli abiti addosso alle modelle sospese in aria. Abiti che in realtà sono tutti bianchi, per esaltare le lavorazioni, i tagli, i volumi. Se pensate che per una gonna abbiamo utilizzato 400 metri di tessuto trasformato in micro rouches...Volevo darvi un 'sogno estremo' e ho voluto presentarlo qui a Cinecittà, la fabbrica dei sogni". "E' stato difficile creare questi capi, anche se tre appartengono ad alcune mie collezioni precedenti, ma sono stati riveduti nei volumi e rifatti". "Ho scelto il bianco perché è la somma di tutti i colori, il senso di questo nuovo inizio, come un foglio di carta in attesa di essere riempito di linee e di idee. Come una tela simbolo di lavoro". Qualcuno chiede a Piccioli se ha pensato alla collezione total white di Valentino Garavani del 1968: "Anche - conclude -, per me quello è stato il momento più puro, più radicale di Valentino. Ed io in questo momento ho voluto essere radicale".

  • di Patrizia Vacalebri
  • ROMA
  • 21 luglio 2020
  • 21:11

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