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Società & Diritti

Geni si nasce o si diventa? Il nostro genio è per l'1% talento, per il 99% duro lavoro, parola di Einstein

Il talento non basta ci vuole curiosità e duro lavoro, in una parola è una scelta: migliorare giorno dopo giorno

Albert Einstein, simbolo del genio scientifico del '900 (fonte: Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti) © Ansa
  • Redazione ANSA
  • 16 maggio 2021
  • 17:48

“Un uomo dotato di genio non fa errori, poiché sono voluti da lui stesso per aprire le porte della scoperta”: con queste parole James Joyce definisce il concetto di genio che a maggio vede la sua massima espressione con la nascita di personaggi storici che hanno cambiato per sempre il destino dell’umanità e le sorti del mondo attraverso le scoperte e pensiero. La tematica del genius risulta di interesse mondiale perché coinvolge tutto il globo grazie ad approfondimenti, analisi, studi e persino classifiche. A proposito di graduatorie, World Population Review elenca i paesi più smart del 2021, partendo dalla prima in classifica, ovvero Singapore con un Q.I. medio della popolazione pari a 108. Al secondo posto si piazza Hong Kong con un quoziente intellettivo medio pari a quello del primo classificato, ma appartenente ad una popolazione più grande di ben 2 milioni rispetto a Singapore stesso. Chiude il podio la Corea del Sud con un quoziente pari a 106. Buone notizie per l’Italia che, a livello globale, si classifica settima (1° in Europa) con un QI medio pari a 102, davanti a UK (100), Germania (99), Francia e USA (98).
Dalle nazioni ai singoli geni, anzi al genio di Albert Einstein che l’11 maggio 1916, ben 105 anni fa, anche grazie al suo Q.I. di 160, enunciò la teoria della relatività. Se celeberrime sono le sue scoperte in ambito scientifico, un aspetto meno noto riguarda la capacità di aver costruito la sua genialità nel corso degli anni: nonostante lo scetticismo degli insegnanti e la bocciatura all’esame del Politecnico di Zurigo, lo scienziato, grazie al costante lavoro e alla curiosità innata, elevò le proprie conoscenze e riuscì ad effettuare scoperte straordinarie. “Il nostro genio è per l’1% talento e per il 99% duro lavoro”, con queste parole Einstein definisce il concetto di genius, una tematica, le cui basi fondanti sono state confermate ed ulteriormente approfondite, durante l’evento TEDx Trento, da Massimo De Donno, fondatore di GenioNet e ideatore di Genio in 21 Giorni, il corso di formazione sul metodo di studio personalizzato, distribuito in oltre 50 sedi tra Italia, Spagna, Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti. “Stando a diversi studi elaborati e diffusi negli ultimi anni, si è giunti alla conclusione che il genio non è un dono della natura insieme al quale veniamo al mondo, bensì la combinazione di abilità, istruzione, formazione di alto livello e una montagna di lavoro ed esercizio – afferma Massimo De Donno – Più cresciamo e ci allontaniamo dall’infanzia, meno importante sarà l’impatto della genetica sul nostro quoziente intellettivo e sui nostri risultati. Perciò, gli elementi che accrescono il nostro genio sono le modalità con cui spendiamo la nostra vita, l’atteggiamento, i comportamenti che adottiamo, le abitudini create e, infine, i nostri focus giornalieri”.
Curiosamente maggio è il mese dei geni, non è solo il mese in cui celebrare Einstein e la sua teoria della relatività: Mark Zuckerberg (14 maggio 1984, 37 anni) che viene definito da Popular Science come individuo dotato di un “genio indistruttibile”: il creatore di Facebook, a cui è stato dedicato anche il film “The Socialnetwork”, è riuscito a costruire in soli 17 anni un impero di quasi 2 miliardi di follower. Passando al cinema, Mike Colter, attore tra i tanti di “Million Dollar Baby”, parla, durante un’intervista rilasciata a Ora TV, del genio del regista Clint Eastwood (31 maggio 1930, 90 anni), concentrandosi, in particolar modo, sulla fiducia e sulla capacità del noto regista di rendere ogni attività più “comfortable” del previsto. E ancora, in ambito musicale, la rivista americana Rolling Stone presenta Bob Dylan (80 anni il 24 maggio) come “un genio letterario” in grado di “scrivere non soltanto musica e poesia, ma anche storia” e ciò viene certificato anche dalla vittoria del Premio Nobel per la Letteratura nel 2016. The ArtDesk, invece, si concentra sulla figura di Sigmund Freud (6 maggio 1856), “un genio del mondo moderno, riconosciuto per la sua precoce e feroce intelligenza”. Per concludere, non poteva mancare la letteratura e, soprattutto, non potevano mancare due “over the top geniuses” come Dante Alighieri e Nicolò Machiavelli. Il primo viene analizzato, in particolar modo, in relazione al suo capolavoro, ovvero la “Divina Commedia”, realizzata e scritta attraverso un linguaggio complicato, difficile da tradurre persino in inglese e ciò sarebbe frutto del “genio supremo dello stesso Dante”. L’Irish Times, invece, si preoccupa della figura di Machiavelli, definendo il suo “Principe” affascinante e frutto di una mente geniale.
A proposito di mente geniale, interviene nuovamente Massimo De Donno che identifica i tre pilastri o elementi fondamentali per lo sviluppo, la crescita dell’intelligenza e della genialità. “Il primo elemento da tenere in considerazione quando si parla di genialità è sicuramente il nostro atteggiamento, ovvero l’insieme di convinzioni che ci possono spingere a migliorare ulteriormente le nostre caratteristiche. Il secondo pilastro è costituito da un insieme di tecniche ed esercizi, ovvero dai «fondamentali dell’apprendimento», così analizzati e definiti da Massimo Arattano, primo ricercato del Consiglio Nazionale delle ricerche di Torino. Il terzo ed ultimo pilastro è la personalizzazione del metodo: ciò su cui si focalizza la mia ricerca e il lavoro di un team di formatori esperti, è la possibilità di fornire una «cassetta degli attrezzi», ovvero un insieme di input che possono aiutare a sconfiggere i propri mostri e ad abbattere le barriere che possono limitarne l’apprendimento. In quanto esseri umani siamo nati per apprendere e alla domanda «geni si nasce o si diventa?» non c’è una risposta, bensì una scelta, la nostra scelta di migliorare e crescere giorno dopo giorno”, conclude De Donno.

 Ecco, infine, la top 10 degli “smart countries” del 2021 secondo World Population Review:

1) Hong Kong: 108

2) Singapore: 108

3) Corea del Sud: 106

4) Cina: 105

5) Giappone: 105

6) Taiwan: 104

7) Italia: 102

8) Svizzera: 101

9) Mongolia: 101

10) Islanda: 101

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