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Coronavirus, 23.232 positivi e 853 decessi. 'Falso che l'Italia non sia pronta per i vaccini'

Numero alto vittime ancora per 14 giorni. Speranza: 'Prudenza'

Redazione ANSA

Dei segnali positivi ci sono e la curva epidemica dei casi di Covid-19 in Italia tende a stabilizzarsi, ma la situazione resta fortemente critica soprattutto in relazione ad un parametro essenziale: il numero delle vittime, che ha segnato un rialzo facendone registrare 853 a fronte delle 630 di lunedì. A preoccupare maggiormente è infatti proprio l'andamento dei decessi, destinato a mantenersi alto ancora per circa due settimane. Ma il cauto ottimismo per i primi effetti delle misure restrittive è controbilanciato anche da un altro dato negativo, vale a dire la tenuta delle strutture sanitarie sulle quali permane un carico notevole. E' un'analisi dell'andamento epidemiologico che spinge alla massima prudenza e cautela quella fatta dal presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, e del direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, in occasione della conferenza stampa organizzata dal ministero della Salute.

Illustrando i dati giornalieri del contagio, Rezza ha detto che sono 23.232 i nuovi positivi, con 188.659 tamponi eseguiti contro i 149.000 di lunedì: "C''è stato un leggero aumento del numero dei positivi". Però, ha sottolineato, "c'è un brutto dato: ci sono stati 853 decessi, un fattore molto negativo". Ciò anche alla luce del fatto che proprio i decessi rappresentano il parametro che che cala per ultimo. Questa situazione, dunque, potrebbe protrarsi per un periodo non brevissimo, come ha sottolineato Locatelli. "Credo - ha affermato - che ci sarà un numero di morti in questo ordine di grandezza ancora per 10-14 giorni, poi dovremmo vedere un calo". Ed ancora: "Il numero dei nuovi infetti è troppo alto; quando saremo a 50 su 100mila saremo sollevati, finchè la situazione resta questa l'allerta rimane alta", ha spiegato Rezza, sottolineando che attualmente siamo a 730 per 100 mila abitanti in una escalation che è andata da 50, poi a 200 per 100 mila abitanti e che ha continuato a salire. La conseguenza è che il carico sulle strutture sanitarie permane, e quindi "il cauto ottimismo è controbilanciato dal fatto che gli effetti di questa lunga scia si vedranno per diverso tempo".

Il calo dei positivi, con andamenti oscillanti fisiologici negli ultimi giorni, hanno rilevato gli esperti, è invece effetto delle misure di contenimento messe in atto. Nonostante il quadro che resta grave, qualche segnale di miglioramento, però, inizia ad evidenziarsi.

L'indice di contagiosità è attualmente pari a 1,2 e sta continuando a scendere: "è un segnale che va nella direzione giusta", ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell trasmissione Di Martedì. "Da qualche settimana vediamo un segnale che nella direzione giusta: l'indice di contagio Rt si sta abbassando. Due settimane fa era 1,7, poi 1,4 ora è poco meno di 1,2 e sta ancora scendendo. Questo significa - ha rilevato - che le misure che abbiamo adottato iniziano a dare i loro effetti e che dobbiamo continuare a insistere su questa strada perché la curva è piegabile, lo abbiamo già visto in marzo. Stiamo un po' alla volta riuscendo a ripiegarla, ma dobbiamo insistere con la massima attenzione e la massima prudenza".

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