(ANSA) - ROMA, 30 SET - "In merito alla vicenda umanamente
dolorosa che ha visto una giovane donna denunciare la violazione
della privacy per la sepoltura di un feto presso il Cimitero del
Flaminio, la Direzione generale della Azienda Ospedaliera
puntualizza qual è l'iter previsto dalla norma, premettendo su
tutto che l'Ospedale San Camillo nessuna funzione né
responsabilità ricopre sulla modalità di sepoltura del feto". E'
quanto si legge in una nota.
"Per quanto riguarda le azioni di norma che vengono effettuate
negli ospedali e nelle aziende sanitarie in casi di feti con età
gestionale compresa tra le 20/28 settimane - specifica la
Direzione Generale - la norma prevede che questi siano
identificati con il nome della madre solo ai fini della
redazione dei permessi di trasporto e sepoltura ai sensi
dell'articolo 7 del DPR 10909, 1991 n 285, che unitamente al
certificato medico legale della Asl vengono consegnati ad Ama
all'atto della presa in carico dei feti. Le successive attività
relative al trasporto, alla gestione e seppellimento del feto
sono di completa ed esclusiva competenza di Ama. Azienda
ospedaliera e Asl di competenza in alcun modo concorrono ad
alcuna scelta in merito alle attività di seppellimento".
"Rimando sul caso specifico - aggiunge il dg Fabrizio d'Alba -
sottolineo che se problema di violazione vi è stato, questo non
è riferibile alle attività dell'azienda ospedaliera e della Asl.
L'Ospedale attraverso i suoi operatori, come ha testimoniato la
stessa signora - prosegue - è stato accogliente e comprensivo
nei confronti del suo travagliato dramma interiore. Il problema
di violazione della privacy è avvenuto all'interno del Cimitero
Flaminio, e allargando il campo ritengo che siano proprio i
cimiteri i luoghi dove sarebbe utile lavorare per attualizzare
una normativa vecchia di trent'anni, che necessita di una
modernizzazione capace di accogliere sensibilità diverse da
quelle dell'epoca della sua approvazione. Infine conclude il
Direttore - sottolineo il punto che mi è più caro: la difesa
del lavoro della mia azienda, riconosciuto anche dalla signora.
Rigetto con forza ogni tentativo di strumentalizzazione in
riferimento all'applicazione della Legge 194 che in nessun modo
è collegata a quanto denunciato. Nessun uso strumentale può
essere tollerato sul ruolo che svolge l'Ospedale San Camillo,
unica struttura di riferimento per tantissime donne che vengono
accolte e supportate con una politica che va oltre la mera
applicazione della legge". (ANSA).