«Nonostante le insidie di un
nemico vigliacco e invisibile, dimostrando tutte le capacità di
reagire anche a impreviste, straordinarie difficoltà, ce
l'abbiamo fatta; più forti delle nostre paure, abbiamo dato un
segnale di magnifica resilienza e oggi inauguriamo questa
edizione al tempo del virus. In sicurezza ma insieme,
distanziati ma vicini, con il sorriso dietro le nostre
mascherine». Sono le parole con cui il presidente della
Fondazione Pordenonelegge Michelangelo Agrusti ha aperto la
21esima edizione del festival omonimo.
Dopo aver ricordato chi ha combattuto e combatte ancora questa
battaglia - "medici, infermieri, il sistema sanitario e della
Protezione civile che hanno reso il FVG una delle regioni più
sicure d'Italia" - Agrusti ha rivolto un pensiero commosso ai
caduti di questa guerra, soprattutto i nostri anziani «che
dobbiamo proteggere di più perché sono parte essenziale della
nostra storia, della nostra vita».
"Sarà un'edizione giocoforza speciale ma forse, per questo, più
emozionante e sentita - ha aggiunto -, che ha allargato i suoi
confini ai più importanti comuni della nostra provincia
realizzando finalmente quell'idea, troppo spesso trascurata e
negata, che Pordenone è il capoluogo di questa provincia. E che
questa provincia la vive come il suo capoluogo».
"Un territorio che esprime quello che io chiamo il Sistema
Pordenone - ha concluso - che oggi rialza la testa, con tutte le
sue eccellenze, dall'università alle sue scuole superiori di
qualità, agli istituti tecnici superiori, ai suoi poli
tecnologici, al suo sistema produttivo, al suo commercio. E alla
sua cultura, parte integrante e, in qualche modo, motore
propulsore di tutto questo sistema. Pordenonelegge oggi, in
questo splendido teatro, cattedrale laica della cultura, vuole
rappresentare tutto questo».
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