"La CNA di Roma ritiene che gli
sforzi fatti per resistere agli effetti della pandemia dagli
operatori economici attivi nel turismo, nella ristorazione,
nell'artigianato, nell'organizzazione di congressi, fiere,
eventi e cerimonie, così come nel cinema, nel teatro e nelle
associazioni sportive, rischino di essere stati vani a causa
delle restrizioni imposte dall'ultimo DPCM". E' quanto si legge
in una nota della Cna. "La Cna di Roma non intende entrare nella
disputa scientifica - si legge ancora - Tuttavia, ci saremmo
aspettati che in questi mesi la macchina pubblica si fosse mossa
con la dovuta velocità, adottando provvedimenti facilmente
comprensibili anche da chi, come gli imprenditori, si occupa di
altro. Alcuni esempi: assunzioni di personale medico e
paramedico per gli ospedali, assunzioni di supporti per i medici
di base, potenziamento del tpl attraverso i 1.000 pullman
privati presenti in città".
"La CNA di Roma è estremamente preoccupata per l'insostenibile
disagio che provano imprenditori e lavoratori colpiti dalla
nuove misure - commenta il presidente Michelangelo Melchionno -
e ritiene che per evitare il degenerare della situazione
economica e sociale debbano essere messe in campo da subito
quattro misure: 1) estensione della cassa integrazione per
evitare licenziamenti di massa; 2) contributi a fondo perduto
sulla base del fatturato perso; 3) una misura specifica per i
canoni di locazione facilmente praticabile attraverso l'Agenzia
delle Entrate da utilizzare per coloro che, non essendo
proprietari delle mura non beneficeranno dell'annunciato
annullamento della seconda rata IMU di dicembre; 4) pace
fiscale, perché queste imprese non avranno più la capacità di
pagare le tasse sospese dai precedenti provvedimenti. Chiediamo
quindi un incontro alle istituzioni per valutare insieme le
misure migliori da adottare per il sostegno alla città di Roma,
già profondamente provata dalla mancanza del turismo e dallo
svuotamento degli uffici a causa dello smart working".
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