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Covid: Msf, formazione anticontagio anche per senzacasa

Covid: Msf, formazione anticontagio anche per senzacasa

In occupazioni a Roma anche referenti per quarantene

ROMA, 14 novembre 2020, 17:18

Redazione ANSA

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Formazione anticontagio e referenti Covid che garantiscano sistemi di allerta e sorveglianza anche all'interno di insediamenti e occupazioni abitative. Si fa prevenzione anche così: raggiungendo le realtà meno visibili. A Roma, Medici Senza Frontiere punta a raggiungere nelle strutture occupate o nei campi spontanei in media una persona ogni dieci, informandole sulle regole di distanziamento, sulla sanificazione e la gestione delle quarantene, in modo che che ognuno di loro, a sua volta, riporti le informazioni agli altri coabitanti e in qualche modo si faccia promotore della loro sicurezza.
    L'obiettivo sono "la consapevolezza e l'autodeterminazione", in modo che anche chi ha condizioni abitative precarie possa prendere delle precauzioni a tutela propria e della comunità.
    A raccontare quest'esperienza è Francesca Zuccaro, coordinatrice dei progetti su Roma dell'organizzazione: "La nostra attività è finalizzata a dare strumenti per prevenire l'infezione, identificare i sintomi, e indicare a chi rivolgersi in caso di sospetto. All'interno di strutture comunitarie gli interventi sono volti a creare una sorta di resilienza interna, con le figure dei referenti Covid, che possono garantire sistemi di allerta e sorveglianza".
    Due giorni alla settimana sono dedicati alla formazione, in piccoli gruppi, nel rispetto del necessario distanziamento. Gli operatori di Medici senza Frontiere sono presenti in una decina di insediamenti e occupazioni abitative, sul territorio della Asl Roma 2 nel quadrante est e della Asl Roma 1. Informazione agli abitanti e formazioni specifica su come gestire gli spazi in comune, per la prevenzione, quando si rende necessario l'isolamento e come attuarlo. E' prevista anche una parte pratica, di sanificazione degli spazi, con lo staff di Msf, che mette a disposizione materiale per la pulizia, tute, mascherine e visiere. "In questo modello di sistema d'allerta e sorveglianza in collaborazione con le autorità sanitarie, il nostro ruolo è anche quello di creare comunicazione e fiducia tra queste e una popolazione che spesso risulta esclusa dai servizi sanitari - aggiunge Zuccaro -. Interveniamo con personale sanitario, che si occupa di monitorare soprattutto le persone in quarantena e con vulnerabilità mediche, mediatori culturali e figure tecniche specifiche di prevenzione e controllo delle infezioni, per le informazioni su aerazione e sanificazione. Lo scopo è accrescere il livello di consapevolezza e autodeterminazione". "Il fatto che le persone si rivolgono a noi o le autorità sanitarie ci dà il polso di quanto la formazione all'interno delle comunità stiano funzionando", conclude Zuccaro.
   

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