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La magia delle stelle

La magia delle stelle

di Simone Morisi, III B, Itis 'E. Fermi, Modena

21 novembre 2014, 20:36

Redazione ANSA

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La macchia solare AR2192 (fonte: Alessandro Bianconi, Dolianova, CA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La macchia solare AR2192 (fonte: Alessandro Bianconi, Dolianova, CA) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La macchia solare AR2192 (fonte: Alessandro Bianconi, Dolianova, CA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Radioastronomia è lo studio dei corpi celesti e dei fenomeni galattici attraverso le onde radio. Questa scienza ha portato sostanziali incrementi nella ricerca astronomica e ha aiutato molto nella scoperta di nuove classi di oggetti come Pulsar, Quasar e radiogalassie. Questo è il riassunto dell'introduzione fatta dalla guida prima di cominciare la visita vera e propria nel planetario di Modena.

Dopo questo momento iniziale passato nell'aula magna del locale i visitatori vengono invitati a seguire un esperto per andare a vedere l'osservatorio, all'ultimo piano della struttura. L'osservatorio si tratta di una stanza, simile ad un aula di scuola, completamente buia. Sulla lavagna della stanza, grazie ad un complesso sistema di specchi posto sul tetto del planetario, viene proiettato il sole. Nell'immagine del sole si può immediatamente notare qualcosa di strano, una macchia scura, abbastanza grande, su un lato del sole. Quella macchia, spiega nel mentre l'esperto, è una macchia solare, cioè una parte della superficie del sole dove si ha una temperatura minore e una forte attività magnetica. La macchia non deve assolutamente preoccupare l'uomo, tuttavia gli scienziati di tutto il mondo la stanno tenendo sotto osservazione perché, qualora diventasse troppo grande, potrebbero esserci dei disturbi nelle comunicazioni satellitari, e i satelliti verrebbero danneggiati, se non spenti in tempo.

Dopo aver fatto notare altre particolarità nella figura solare e dopo avere spiegato il funzionamento degli specchi e del sistema di proiezione, l'esperto invita i visitatori a dirigersi verso la cupola, al piano terra, il vero centro del planetario. All'interno della cupola, una sala abbastanza grande con un soffitto a cupola, i visitatori si accomodano sulle morbide poltrone a sdraio e le luci vengono spente. Dopo che ogni persona si è seduta, o meglio, sdraiata, l'esperto fa notare a tutti uno strano oggetto al centro della stanza. È un proiettore Russo di nome Zeiss.

Mentre sotto la cupola regna il silenzio il proiettore comincia a muoversi proiettando nella cupola un disco bianco che rappresenta il movimento del Sole nella giornata. Lentamente il dischetto arriva sul bordo della cupola e sparisce, è la notte. La cupola si riempe di stelle che, grazie alla formidabile tecnologia del proiettore Zeiss, allo studio di numerosi scienziati e al lavoro dell'esperto, sono nell'esatto punto dove le vedremmo nel cielo di Modena. E mentre i visitatori si rilassano ad ammirare quel favoloso cielo stellato, la guida indica con un laser le costellazioni e spiega agli spettatori la storia e le caratteristiche di quei particolari gruppi di stelle.

Ed è proprio in quella cupola, in quel rilassante momento sotto al cielo stellato, che lo Zeiss comincia a muoversi, il dischetto del sole torna nella cupola, e i visitatori finiscono la loro visita al Planetario comunale F. Marsino di Modena.

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