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L'ultimo saluto della Terra alla sua mini-Luna

L'ultimo saluto della Terra alla sua mini-Luna

Le osservazioni confermeranno se è un relitto spaziale o un asteroide

02 febbraio 2021, 10:27

Redazione ANSA

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Ricostruzione della traiettoria della mini luna 2020 SO (fonte: Phoenix7777/ Wikimedia Commons) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ricostruzione della traiettoria della mini luna 2020 SO (fonte: Phoenix7777/ Wikimedia Commons) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Ricostruzione della traiettoria della mini luna 2020 SO (fonte: Phoenix7777/ Wikimedia Commons) - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' il giorno del saluto della Terra alla sua mini-Luna, chiamata 2020 SO, il misterioso oggetto che è al suo secondo e ultimo passaggio, decisivo per confermare definitivamente che si tratta di un grande detrito spaziale, un frammento di razzo lanciato più di 50 anni fa, ed escludere che sia un piccolo asteroide.

Il misterioso oggetto è entrato nell'orbita della Terra l'8 novembre e il primo dicembre si è avvicinato alla distanza di soli 50.000 chilometri. Secondo la Nasa è un relitto che risale all'inizio dell'era spaziale, probabilmente lo stadio superiore del razzo Centaur che il 20 settembre 1966 aveva lanciato la sfortunata sonda Surveyor 2 verso la Luna, esplosa poco dopo la partenza.

Il 2 febbraio il frammento si trovera a 220.000 chilometri dalla Terra, in una sorta di ultimo saluto perché in marzo la gravità terrestre lo abbandonerà, lasciandolo allontanare.

E' un'ottima occasione per osservarlo nuovamente, ma per gli esperti ci sono pochi dubbi sulla sua identità: "in assenza di una immagine ad alta definizione non si può avere la certezza al 100% che sia lo stadio del razzo Centaur, ma le informazioni disponibili tornano e sarebbe una strana coincidenza se fosse qualcos'altro", ha detto all'ANSA Luciano Anselmo, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

"L'analisi della curva di luce, che indica quanto l'oggetto sia luminoso e come varia la sua luminosità nel tempo a causa della rotazione, permette di risalire alla composizione della superficie che - ha rilevato - è compatibile con quella dello stadio di un razzo". Inoltre, ha aggiunto, "la Nasa conosce la traiettoria che avevano questi razzi quando vennero visti per l'ultima volta. Quindi è possibile definirne la traiettoria, tenendo conto delle perturbazioni del Sole e degli altri pianeti". In questo caso, ha concluso Anselmo, "entrambi gli elementi sono compatibili con quello che dovrebbe essere lo stadio superiore dei razzi usati dalla Nasa negli anni '60 per lanciare le sonde verso la Luna e lo spazio interplanetario".

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