Scoperto il mistero delle strane aurore pulsanti di Giove. Grazie al telescopio spaziale ai raggi X, XMM-Newton, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e alla missione Juno della Nasa, gli astronomi hanno osservato ai raggi X per la prima volta le particelle cariche provenienti dal Sole e dai vulcani della luna di Giove, Io, ‘surfare’ sulle onde del campo magnetico gioviano, giù fino alla sua atmosfera in corrispondenza dei poli.
È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Science Advances dai ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze, coordinati da Zhonghua Yao, e dell’University College di Londra, guidati da William Dunn.
Le aurore polari di Giove sono indipendenti da un polo all’altro, a differenza di quelle terrestri, che tendono invece a rispecchiarsi dal polo Nord al polo Sud. Grazie anche all’aiuto di simulazioni al computer, gli autori dello studio hanno compreso che l’andamento pulsante ai raggi X delle aurore di Giove potrebbe essere collegato a campi magnetici chiusi, generati all’interno di Giove per poi estendersi per milioni di chilometri nello spazio prima di tornare indietro.
Nel luglio del 2017, ad esempio, il telescopio XMM-Newton dell’Esa ha osservato Giove in modo continuo per 26 ore, rilevando ai raggi X aurore che pulsavano a intervalli di circa 27 minuti.
Questo andamento pulsante, concludono gli autori dello studio, potrebbe essere legato a fluttuazioni del campo magnetico di Giove, e trovare riscontro anche in altri pianeti come Saturno, Urano, Nettuno e probabilmente anche pianeti esterni al Sistema Solare. Maggiori dettagli potranno arrivare dalla prossima missione Juice (Jupiter icy moons explorer) dell’Esa, che sarà lanciata nel 2022 e studierò l’atmosfera di Giove, il suo campo magnetico e l’influenza delle sue quattro lune principali sulle sue aurore.
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