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La Toscana riscopre la chiocciola a tavola ma la produzione non basta

Dal 2016 aperti 82 allevamenti

Redazione ANSA FIRENZE

La Toscana si riscopre terra di chiocciole, allevamenti gourmet e tour tra i 'filari' a passo di lumaca. La richiesta (+42%) è superiore all'attuale produzione tanto che per colmare il gap di produzione in cinque anni servirebbero quasi 600 ettari di allevamenti. Oggi solo il 10% della materia prima è Made in Tuscany, l'80% proviene dall'estero. A dirlo, in una nota, è Coldiretti sulla base dei dati elaborati dall'Istituto Nazionale di Elicicoltura Cherasco.

L'elicicoltura è tra i settori agricoli in crescita in Toscana. Dal 2016 gli allevamenti aperti in regione sono 82, uno su dieci di quelli attivati a livello nazionale, mentre gli ettari destinati sono poco meno di 40 con una media di meno di un ettaro per azienda. In Italia gli allevamenti sono 1.020 di cui 715 che seguono il Disciplinare 'Chiocciola Metodo Cherasco' per un volume di affari da 350 milioni di euro e quasi diecimila addetti nell'indotto. "L'elicicoltura - spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana e Pisa - si sta rivelando un settore interessante per diversificare l'attività agricola con molteplici sbocchi ed applicazioni nel campo food, cosmetico e medico. Le aziende elicicole sono in aumento così come le superfici dedicate che risultano attualmente insufficienti per coprire un fabbisogno sempre maggiore. E' un settore su cui hanno creduto ed investito molti giovani che hanno sicuramente contributo al suo sviluppo e diffusione anche nella nostra regione con una dimensione imprenditoriale green, sostenibile, etica, al passo dei tempi e del mercato con prodotti innovativi e progetti di business di successo".

Nell'Alta Valdera, continua Coldiretti, c'è uno dei tanti esempi di cui la Toscana è ricca. Si tratta della Arcenni Tuscany di Capannoli. Al timone ci sono mamma Mariliana e la figlia Antonia. Oltre un milione le chiocciole allevate nei 2,5 ettari all'aperto a Capannoli. L'allevamento della famiglia Arcenni è tra i più grandi in Toscana per estensione e segue il metodo Cherasco. "E' sempre stato il sogno di mio padre e della mia famiglia. Un sogno nato 40 anni fa e che abbiamo concretizzato nel 2016 - racconta Antonia -. Il nostro obiettivo è allevare una chiocciola totalmente naturale e realizzare prodotti per la cucina di qualità legati alla tradizione toscana". (ANSA).

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