Tornano a calare i prezzi per pesci,
molluschi e crostacei anche del 30%, come anche le vendite che
risentono delle limitazioni anti-Covid imposte dal governo a
seconda delle zone. Nelle regioni gialle la flessione media è
del 20%, in quelle arancioni sono tra il 30% e il 40%, fino ad
arrivare anche a punte del 70% nelle rosse. A soffrire di più
sono le filiere legate alle specie consumate al ristorante e se
le vongole registrano un calo di richieste tra il 50 e il 60%,
per le ostriche il crollo è del 70%. Reagisce così il settore a
quasi un mese dall'entrata in vigore delle regole anti-pandemia,
come spiega all'ANSA Fedagripesca-Confcooperative, dove gli
operatori mettono in atto alcune azioni di salvaguardia già
collaudate nel periodo di lockdown a primavera. Per far fronte a
questa nuova contrazione di consumi e ricavi, secondo il
monitoraggio sul campo di Fedagripesca, c'è chi rispolvera la
vendita porta a porta, chi riduce le giornate di pesca per
evitare un tracollo dei prezzi, chi si cimenta con il delivery
per consegnare a casa pranzi e cena a base di pesce cucinato. Ma
a pesare, denunciano gli operatori, non è solo la chiusura
serale dei ristoranti ma anche la riduzione dei pranzi di lavoro
e della pausa tra colleghi, vista la diffusione dello smart
working. E poi c'è il fattore piscologico che incide
pesantemente anche a tavola. Secondo un'indagine di Fedagripesca
8 italiani su 10 vivono alla giornata e questo pesa sulle scelte
di consumo e acquisto. "Il prodotto ce n'è in abbondanza -
racconta Sonia Barchielli, direttore del mercati ittico della
Cooperativa Labronica di Livorno - anche perché da poco nel
Tirreno abbiamo finito il fermo pesca. I prezzi in questo
periodo che precede il Natale solitamente sono più bassi, ma
quest'anno a complicare il tutto c'è il Covid".
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